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(Roberto Esposito)
domenica 25 settembre 2016
NOMI
Asmaro
Epimaco
Fidalma
Massimilla (ebbene sì, è una mia cugina)
domenica 11 settembre 2016
DISTILLARE LA LAVANDA
Ovvero un nuovo gioco.
Sotto casa ho due bei cespugli di lavanda, ogni anno a fine estate raccolgo i bei fiori e ne faccio grandi mazzi.
Ormai la casa ne è piena, non riesco a buttarli ogni anno per sostituirli con quelli nuovi perchè il loro profumo dura inalterato per moltissimo tempo, basta sfiorarli e ci avvolge subito in una nuvola fragrante.
Finiscono allora dentro gli armadi in sachettini come questi che ho cucito l’altro natale
Ma poi anche tutti i cassetti hano il loro sacchettino profumato, che fare allora? Ecco dunque l’idea balzana perché non provare a fare…
L’acqua di fiori di lavanda?
Non che io l’abbia mai sentita nominare prima, ma visto che c’è quella di rose, perché non tentare?
Oltre alla lavanda serve poco altro, acqua ed un alambicco
Alambicco? Sembra difficile ma non lo è, l’avevo costruito anni fa per distillare in casa alcool dalle fecce del vino che produciamo (quasi dei contrabbandieri).
Ecco qui il mio esperimento di distillazione della lavanda con le istruzioni per farsi il distillatore.
Occorrente:
una pentola a pressione con un cestello per la cottura a vapore
del tubicino di gomma per uso alimentare che tenga il calore (almeno 110° (io ho trovato del tubicino siliconico, quello che si usa per i distributori di bevande calde)
Tubicino di rame (nei negozi di idraulica)
un barattolo vuoto di pelati di quelli grandi (il barattolo non i pelati)
Bottiglie e bottigliette
il fornello di cucina e il lavello
acqua e la materia prima da distillare
ho messo nella pentola poco più di un litro e mezzo di acqua, fino ad arrivare appena sopra il fondo del cestello, poi ho riempito sino al segno di massimo livello con la lavanda secca (quella degli anni passati, non vorrete mica che gli esperimenti li faccia con quella fresca di quest’anno!)
ho poi sfilato la valvola dal coperchio della pentola a pressione
ho chiuso la pentola e al posto della valvola ho inserito un pezzetto di tubicino di gomma che serve da congiunzione con il primo spezzone di tubo di rame
La lunghezza di questo primo tratto di tubicino di rame dipende dalla distanza tra fornello e lavandino (dopo vi faccio vedere tutto l’insieme, ma per ora andiamo un passo alla volta).
Con il secondo tubo di rame e il barattolo di pelati si costruisce la serpentina di raffreddamento dove il vapore condenserà per poi far gocciolare nella bottiglia il distillato.
Si entra da sopra si esce da un foro laterale in basso, un po’ di silicone attorno al foro garantisce la tenuta, in alto un tubicino un po’ piu grosso fa da sfioro per il troppo pieno, i soliti tubicini di gomma servono per le giunzioni
Il barattolo con la serpentina va appoggiato sul lavello sotto il rubinetto e riempito d’acqua, l’acqua durante la distillazione dovrà rimanere leggermente aperta per garantire il raffreddamento.
Dal tubicino di sfioro l’acqua esce molto calda, sotto ci ho messo prima la bacinella per lavare i piatti e poi la pentola per cuocere la pasta (risparmio energetico )
Se io avessi tenuto l’uscita della serpentina un po’ più lunga e l’avessi piegata in basso mi sarei risparmiato l’ultimo pezzetto di gommina.
La pentola sembra lontanissima, solo uno scherzo del gradangolo, saranno 90 cm.
Risultati e considerazioni finali:
Da più o meno un litro e mezzo, uno e sei di acqua ho distillato sino ad ottenere un litro circa di prodotto, ho avuto una gradevolissima sorpresa con l’abbondante resa in olio essenziale ottenuta, non ci contavo, la immaginavo trascurabile invece ho raccolto circa 15 cc di un olio fantastico, quindi mettete il distillato in bottiglie dal collo lungo e stretto in modo da facilitare il recupero dell’essenza con una siringa.
(Questa qui sopra è una delle due bottiglie da mezzo litro che ho riempito, si vede benissimo l’olio affiorato)
Non proseguite la distillazione oltre il litro, olio e acqua usciti dopo non hanno un odore così gradevole e il colore cambia divenendo più scuro evidentemente i composti meno volatili che evaporano per ultimi sono di qualità inferiore.
Non tenete il fuoco troppo alto distillate lentamente tanto da poter chiudere di tanto in tanto l’acqua di raffreddamento, questo lo ho imparato quando distillavo alcool e Melissengeist di cui qui riporto una ricetta semplificata che non prevede la distillazione.
L’acqua ha un odore un po’ più dolciastro dell’essenza con un vago sentore di erba cotta
ma rimane comunque molto gradevole, l’olio è ottimo. Immagino che la variabilità del risultato sia alta a seconda della varietà della lavanda e della freschezza della materia prima, considerando quanto vecchia era la mia penso si possa solo migliorare.
Esperimento interessante, da ripeter senz’altro.
Provateci