In un antico rito pagano, che celebra il ritorno del sole e della primavera, le fiamme questa notte hanno colorato il cielo. Nelle campagne sembrava ci fosse nebbia, era fumo che non voleva disperdersi e si stendeva in veli orrizontali sopra i campi.
San Giuseppe poverino è solo una scusa.
Per tutto l’inverno, chi ha potuto e voluto, ha accumulato il risultato delle potature,
vecchi mobili rotti, scarti di legno, in grandi cataste. A partire dal tramonto i mucchi di legno hanno cominciato ad ardere. I primi a bruciare, quelli dei vecchi contadini. In campagna non si fa mai tardi. Qualche anziano all’imbrunire, il cielo ancora arrossato dal tramonto, davanti a focherelli minuti fatti soltanto di una bracciata di paglia. Chi è ancora legato con il cuore alla terra non può rinunciare, magari solo quattro stecchi, ma qualcosa si deve pur bruciare. Ne va dei raccolti. Col buio poi, i fuochi veri, quelli più grandi.
Cumuli lunghi 15 metri, alti quattro, farli prender fuoco e bruciare bene è quasi un’arte.
Poi si aspetta guardando le fiamme.
Il viso che brucia per il riverbero. Ci si avvicina per ributtare sul fuoco con la forca quello che sfugge,
ci si allontana per dare sollievo agli occhi infiammati e per riprendere fiato. Si tengono d’occhio i bambini che cercano tutti i modi per farsi male,
si sta insieme, si parla, qualche volta si canta. Ci si sente un poco più stupidi.
Si attende che il fuoco si abbassi e al momento giusto lo si deve attraversare.
Il prima possibile.
Un po’ di paura da affrontare altrimenti non vale, altrimenti che gusto c’è?
Chi passa non è alle fiamme che deve far attenzione ma a dove mette i piedi: tra braci, rami e irregolarità del terreno
4 commenti:
Wow, che bel post infuocato, perfetto sullo sfondo nero!
... ma non si pacciama, nelle terrebasse? ;)
la fogarazzaaaaaa! :):):)
(amarcord, Amarcord :P)
No equipaje non si usa. E che mi risulti non si è mai usato. Adesso imperversano gli orridi teli di tessuto non tessuto e le pacciamature di polietilene nero.
Ebbene si lo ammetto li ho usati entrambi anche io i primi per proteggere le giovani piante di meloni dagli afidi e quindi dalla virosi del mosaico (meglio il tessuto dei trattamenti)
le seconde sulle bine delle fragole e ancora per i meloni.
Nella serra invecie pacciamiamo eccome: letame paglia e tanta segatura che deriva dall'attività di falegname di Bobbi.
Francesca sono stata tentata di scansionare e pubblicare la foto dela mano di qualcuno che ha voluto attraversarla un po' troppo in anticipo....Adesso sta guarendo.
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