"SOLO L'ASSENZA DI CERTEZZE PUÒ AIUTARCI A RESTARE LIBERI"
(Roberto Esposito)

venerdì 16 gennaio 2015

PORGI L’ALTRA GUANCIA?

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Sono sconcertata, ad una domanda sulla libertà di espressione il papa ha risposto:
<<…Se il dott. Gasbarri, grande amico, mi dice una parolaccia contro la mia mamma, gli arriva un pugno! È normale!>>

Ebbene si, è normale ma questo non vuol dire che sia giusto e rimane un azione sanzionabile, comprensibile ma non giustificabile.
Una frase simile è accettabile? Dipende, da chi la dice. Se lo dico io, persona qualunque, in un contesto non ufficiale direi di si, è accettabile, ma lo è anche se a dirlo è un rappresentante ufficiale di uno stato? Il massimo esponente di una fede religiosa che con il suo parlare influenza e guida 1.229 milioni (numero ufficiale dei battezzati cattolici nel mondo anno 2102) di persone?
Non credo. Lascio ai teologi poi il valutare quanto questo sia compatibile con il famoso “Porgi l’altra guancia” che fin da bambini ci hanno ripetuto a catechismo.
Evidentemente è un precetto relativo, valido solo fino a che conviene, finché seguirlo non ci provoca disagio.

Io non porgo l’altra guancia, ma io non sono credente e meno che mai cattolica.
Mi pare che una volta ancora la chiesa segua e applichi i suoi stessi dettami a seconda dei casi.

E poi i relativisti siamo noi atei.

Avete voglia di dirmi cosa ne pensate?

 

Di seguito il testo completo della risposta del papa preso da QUI

La domanda gli è posta dal giornalista Sebastien Maillard de «La Croix»: fino a che punto si può arrivare con la libertà di espressione, che è un diritto umano come lo è la libertà religiosa? Ecco il testo integrale delle sua risposta.

La risposta del Papa
«Grazie della domanda, è intelligente. Credo che tutte e due siano diritti umani fondamentali: la libertà religiosa e la libertà di espressione. Non si può… pensiamo… Lei è francese, andiamo a Parigi! Parliamo chiaro. Non si può nascondere una verità, che ognuno ha il diritto di praticare la propria religione, senza offendere, liberamente. Così facciamo, vogliamo fare tutti. Secondo, non si può offendere, fare la guerra, uccidere in nome della propria religione, cioè in nome di Dio. A noi quello che succede adesso ci fa un po’… ci stupisce. Ma sempre pensiamo alla nostra storia: quante guerre di religione abbiamo avuto! Lei pensi alla "notte di San Bartolomeo"… come si capisce questo? Anche noi siamo stati peccatori su questo. Ma non si può uccidere in nome di Dio. Questa è una aberrazione. Uccidere in nome di Dio è un’aberrazione. Credo che questo sia la cosa principale sulla libertà di religione: si deve fare con libertà, senza offendere, ma senza imporre e uccidere.
La libertà di espressione. Ognuno non solo ha la libertà, il diritto, ha anche l’obbligo di dire quello che pensa per aiutare il bene comune. L’obbligo. Pensiamo a un deputato, a un senatore: se non dice quello che pensa che sia la vera strada, non collabora al bene comune. E non solo questi, tanti altri. Abbiamo l’obbligo di dire apertamente, avere questa libertà, ma senza offendere. Perché è vero che non si può reagire violentemente, ma se il dott. Gasbarri, grande amico, mi dice una parolaccia contro la mia mamma, gli arriva un pugno! È normale! È normale. Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri, non si può prendere in giro la fede. Papa Benedetto in un discorso – non ricordo bene dove – aveva parlato di questa mentalità post-positivista, della metafisica post-positivista, che portava alla fine a credere che le religioni o le espressioni religiose sono una sorta di sottocultura, che sono tollerate, ma sono poca cosa, non fanno parte della cultura illuminata. E questa è un’eredità dell’illuminismo. Tanta gente che sparla delle religioni, le prende in giro, diciamo "giocattolizza" la religione degli altri, questi provocano, e può accadere quello che accade se il dott. Gasbarri dice qualcosa contro la mia mamma. C’è un limite. Ogni religione ha dignità, ogni religione che rispetti la vita umana, la persona umana. E io non posso prenderla in giro. E questo è un limite. Ho preso questo esempio del limite, per dire che nella libertà di espressione ci sono limiti come quello della mia mamma. Non so se sono riuscito a rispondere alla domanda. Grazie».

sabato 10 gennaio 2015

PARIGI, LE RADICI DELLA TRAGEDIA

Leggere non da soluzioni, ma aiuta a capire.
Tre bellissimi libri che, anche se ambientati a Marsiglia parecchi anni fa, raccontano da dove nasce tanto odio e tanta sofferenza.

Da leggere nell’ordine in cui li ho inseriti.
casino
201010-Chourmo-JeanClaude-Izzo

solea
Indimenticabili.