"SOLO L'ASSENZA DI CERTEZZE PUÒ AIUTARCI A RESTARE LIBERI"
(Roberto Esposito)

martedì 8 dicembre 2009

ANCHE UN CANEEEEE?

Ovvero riprendo il compito interrotto in questo post qui.

numero  5 Il Tommytommy 1972 a

24 dicembre 1969 sera. Arriva il Gesino Bambù... Ops il Bambino Gesù.

A casa nostra Babbo Natale non è mai venuto, da noi i regali li portava il "Bambingesù", un tipino originale che se ne andava in giro nelle notti dolomitiche vestito del solo pannolino. Me lo immaginavo riccio e biondo, nudo, che se ne stava a fluttuare a mezz'aria nel buio. Niente renne niente sacchi di doni, quelli si materializzavano su suo desiderio sotto l'albero di natale indicato.

Dunque quel natale del '69 il Bambingesù aveva fatto il suo dovere e aveva suonato la campanella permettendoci di entrare nel tinello. La stanza era al buio, le candele accese sull' albero scaldavano i rami e spargevano con il loro tepore il profumo degli aghi d'abete, come io bambina mi aspettavo (Francesca già quindicenne nel pieno della scorbutica adolescenza era ormai immune allo stupore dell'infanzia) i regali erano comparsi per incanto sotto l'albero. A nove anni il mistero di questi doni che comparivano nella stanza chiusa, con dentro la campanellina  che suonava da sola per annunciare l'avvenuta magia, era  ancora una sorpresa e un'emozione. Tra i pacchettini c'era una busta con scritto il mio nome, dentro una cartolina: Il testo diceva:

- buono per un....-

E girata la cartolina, un cagnolino occhieggiava dalla fotografia.

Credo che con quel regalo Marianne mi abbia donato anche una delle emozioni più forti della mia infanzia, ricordo che piangevo e ridevo di gioia e incredulità.

Passarono alcuni mesi prima che lei trovasse il cagnolino "giusto e che questo fosse abbastanza grande da lasciare la mamma.

Finalmente andammo a prenderlo: Marianne, mia madre ed io. Francesca no lei aveva altro da fare, era in in montagna a Mezzana lei. Francesca in montagna ? Impossibile vero?   ;)

Qualche giorno dopo arrivammo a Mezzana anche noi con cagnetto al seguito.  Ci accolse un occhiataccia e un urlo: "Anche un caaaneee?" Della serie "non bastavano una madre, un padre e soprattutto una sorella piccola a rompere le scatole?"

Il rapporto tra  Francesca e il nuovo arrivato cominciato sotto foschi auspici proseguì ancor peggio, come la foto qui sotto prova. 

primavera 1976 franz e tommy

Fu amore a "seconda" vista 

Il mio, invece, fu amore ancora prima di vedere.

tommy 1972 b

domenica 15 novembre 2009

ACQUA

Da Nicola di ORTO DI CARTA vengo a sapere di QUESTA  petizione. Aderisco firmo e invito a firmare

 

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I BROCCOLI I FINOCCHI E I SARDONCINI

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Comincia la lunga stagione delle brassicacee

(Fra un paio di mesi di cavoli non se ne potrà più)

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La cassettina di oggi comprendeva anche qualche finocchio e ancora dei pomodori.

Sulle piante si stanno colorando gli ultimi peperoni

I finocchi finiscono in pentola già questa sera saranno la base per il sugo per la pasta insieme a dei sardoncini (alici per i non romagnoli) presi ieri al mercato del pesce. Una parte dei sardoncini l'ho marinata, farà da antipasto. Di secondo brodetto.

SARDONCINI MARINATI (preparati a modo mio)

Tolgo la testa,  le interiora e dilisco i pesciolini.

Stendo i filetti in una teglia, a strati, ogni strato lo salo leggermente e lo bagno con aceto e acqua, che ho fatto bollire un attimo con qualche grano di pepe uno spicchietto d'aglio una foglia di alloro... si insomma quello che il momento mi suggerisce, e poi ho lasciato intiepidire.

I sardoni devono rimanere  una giornata in marinata (se avete fretta usate l'aceto più caldo e lasciateli li solo qualche ora.

Passato il tempo dovuto, quando le carni "cotte "dall' aceto imbiancano un po', tolgo i sardoncini dalla marinata e li stendo sul piatto di portata. Oggi li ho conditi con appena un accenno d'aglio, buccia di limone gratuggiata, fiori essiccati di finocchio selvatico, un pizzico di semi di coriandolo appena macinato e abbondante olio delle colline riminesi.

Più tradizionalmente si condiscono con olio, aglio e prezzemolo. La marinata la si può fare anche con solo limone.

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Sardoncini marinati in diverse versioni

domenica 1 novembre 2009

NOVEMBRE?

Robi è stato nel campo e ha portato a casa la cassettina di verdura per i prossimi giorni. Cosa c'è di solito in questa stagione? Cavoli, spinaci, finocchi, broccoli, radicchio.... Ma allora?

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Che c'entrano i peperoni? E quelle due melanzanine lassù nell'angolo? E il basilico con sotto qualche pomodorino che si intravvede? Siamo propri sicuri che sia novembre?

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Eh si, è proprio novembre: olive,

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e cachi.

martedì 27 ottobre 2009

TERRA DI CONFINE

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Nettamente divisa in due la foto ci ofre l'immagine di un confine: da una parte Italia dall'altra no.

indovinello: dove siamo noi?

Metà sopra o metà sotto?

domenica 25 ottobre 2009

FARE I COMPITI

Tutta inorgoglita dal bel voto ricevuto proseguo il compitino iniziato nel post precedente.

numero 4 il Checco

1966 luglio raff col checco

1966 il Checco era un criceto color miele, la prima bestiolina di casa che io ricordi. So che prima c'erano stati un pesce e Pio Pao. Pio Pao era un uccellino germanico, nel senso che abitava in Germania con la famiglia che sarebbe diventata la mia il giorno che mi fossi decisa a nascere (ho aspettato d'essere in Italia, sempre che le terre alte possano definirsi tale, per farlo). Pio Pao aveva il permesso di svolazzar per casa a suo piacere, lo stesso permesso di vagabondaggio fu accordato al Checco, gli fu fatale.

Da sorcio avventuroso qual era girava ovunque, si scavò un nido dentro il vaso del filodendro, un filodendreo che raggiungeva il soffitto e che rasente ad esso proseguiva sorretto da funicelle per vari metri. La pianta morì non il criceto

Sfrattato dal vaso pensò bene di andare ad esplorare i meandri al disotto del pavimento. I pavimenti di casa erano (sono) di legno e le travi che li sorreggevano pure. Tra i pavimenti ed i soffitti del piano inferiore si creavano così delle allettantissime intercapedini da topi, e visto che topi in casa non ce ne erano il Checco decise di prenderne il posto. Non so come ne perchè dopo esserci entrato non riuscisse  più ad uscirne. Il falegname chiamato in soccorso smontò mezzo pavimento di cucina prima che il disastroso famigliare  sorciforme invogliato da una fogla di lattuga si facesse prendere.

Il Checco, esploratore nato, amava le scalate e le tende del tinello erano la sua palestra di roccia prediletta. Le tende, di una stoffa a quadretti vuoti e pieni, erano una meravigliosa scaletta adatta a lui per giungere ai tre metri abbondanti di altezza dei nostri soffitti, ma avevano un terribile difetto. Gli  ultimi trenta centimetri erano "ingentiliti" da una mantovana di tessuto verdino bello compatto, e li niente presa per le unghiette.

Era sera tardi, un soffice STUF fece girare mia madre che vide un fagottino peloso di dieci centimetri a zmpe all'aria immobile alla base delle tende. Scorata (temeva i miei urli al mattino trovando il Checco cadavere) si aggrappò al telefono e chiamò la mia madrina.

La mia madrina era non la fata di Cenerentola ma una stimata e serissima medico amica di casa. A lei si rivolse per consiglio:

-Che cosa possiamo fare Marianne per un criceto morto?

-??-....- Seppellirlo direi-

E' sempre stata saggia Marianne.

Nel frattempo il cadavere ebbe un fremito si stiracchiò e riprese a zampettare per casa offeso dalla diagnosi così affrettata di mia madre.

La "tragedia" fui io a causarla.

Sera, ospiti in casa noi bimbe già a letto, la pipì che scappa appena spenta la luce. Mi alzo senza accendere la luce e vado in bagno. Corridoio quasi al buio, porta del tinello accostata di la i grandi che parlano. Torno in camera pian piano e accosto la porta per chiudera.

Un lungo squittio e un balzo, un attimo di convulsioni e poi niente. Il Checco schiacciato da me tra stipite e porta.

Avevo circa sei anni, e molte lacrime disponibili.

Checco aveva fatto a tempo comunque a lasciare ampia discendenza, ma questa è un'altra storia.

Svolgere il mio compito si fa cosa lunga, chiedo scusa, non era previsto, ma le storie si sa fanno quel che vogliono. Reputo quindi giusto non aspettare la fine dei miei dieci punti per passare la palla. Ma come detto in principio sono in grado di eseguire il mio dovere solo in parte. Non ho dieci nomi da trascinare nel gioco. Seguo pochi blog, tra i pochi che seguo la maggior parte è già stata coinvolta da altri, alcuni non ho l'ardire di importunarli con codeste frivolezze, ma qualcuno a cui cedere il testimone c'è. Sono certa che Valverde col suo cronache dal pollaio non si tirerà indietro, anzi.  Dunque Val a te l'onere di proseguirere.

Ho in serbo anche qualcun'altro ma lo teniamo per dopo.

sabato 17 ottobre 2009

MI ASSOGGETTO

A Equipaje non posso certo negare una risposta positiva per cui eccomi a eseguire il compitino che lei mi ha assegnato QUI

                          Honest_Scrap

Equipaje mi ha invitata per merito non mio ma di una gallina, QUESTA, mi par quindi giusto nel raccontarmi continuare a rendere onore al regno animale. Ma prima...

numero 1 gli inizi

beppina009

1960 La più piccola sono io quella grande si capisce è una mamma, quella di mezzo la conoscete bene, si è rifiutata di partecipare al gioco, e io la espongo in pubblico per punizione.

numero due il riccio

 '65 - franz e raffa col riccio

1965 a parte il riccio che ha sostituito la mamma, i personaggi sono gli stessi di prima. Nel nostro giardino c'è e c'era un incolta selva di canne di bambù, tra le foglie secche che ricoprono il terreno, li in mezzo, i ricci hanno sempre ritenuto confortevole abitarci, svernarci e riprodursi.

Gli adulti erano schvi non si facevano vedere un gran che erano ricci selvatici loro mica storie, ma lasciavano che i piccoli si avvicinassero e questi erano gratificati della loro audacia con prelibati pezzettini di parmigiano. Quelli che negli adulti sono aculei nei cuccioli sono peli un po' più duri degli altri, quello che abbiamo in mano è già grandicello, appena nati erano come rosei fagioli borlotti un pochino irsuti.

numero 3 un gatto

1964 65 raff e micio

1966 o giù di li, bestie di casa allora non ne avevamo, dicevano che eravamo più che sufficienti noi due,  allora ci si consolava con quello che si trovava in giro. Qui eravamo in Val di Sole. Come eravamo?? ma se nella foto sono sola!  Già ma guardate l' ombra... aspettate  qui si vede meglio

1964 65 raff e franz

peccato che non si veda il micio

Facciamo che i miei dieci punti li faccio a rate?  Che devo cercare, scansionare, sistemare .... E così annoio meno. E lasciamo il tempo alla mia compagna di foto di protestare se vuole.

Ciao ciao a presto

domenica 11 ottobre 2009

GIUGGIOLE

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Seguono gli stessi ritmi dell' uva, iniziano e finiscono di maturare nello stesso periodo, ma niente inverni freddi per favore!

Se non fosse per il color ruggine ricorderebbero le olive, per forma, dimensione e anche per il piccolo nocciolo appuntito. Rientrano tra quelle piccole cose deliziose che non sanno di molto ma sono irresistibili. Dolci ma non troppo (a meno che non si assaggi8no quelle appassite), profumate ma appena appena. Quando se ne mangia una ti rimane la voglia di sentir meglio di cosa sa (mmm buona ma non ho capito bene). Le sucessive non svelano il mistero e la scodella è presto vuota. Hanno il fascino delle cose che non abbondano: non ci sono fuori stagione (se vuoi ci siamo adesso, poi se ne riparla l'anno prossimo).2009-10-040051a

L'albero ha spine accuminate, piccole foglie ovate-oblunghe con l'apice leggermente retuso, lucide, col bordo seghettato e un brevissimo picciolo con minuscole stipole scure alla base. 

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Adora starsene con le spalle ben coperte al riparo dai venti, per questo qui in romagna lo si trova quasi sempre ben vicino alle case, quasi appoggiato alle vecchie pareti

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E se da queste parti ci si sente chiedere:

"ti voia ad zuzle?"

E' meglio non illudesi, nessuno sta offrendoci una scodella di giuggiole da gustare, stanno solo facendoci notare ... nu fa tropp  pugnetti!

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domenica 27 settembre 2009

TEMPO DI VIAGGI

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Quando arriva questa stagione comincia ad agitarsi in me un irresistibile voglia di partire. L'aria dolce di settembre mi fa prudere i piedi e le sedie cominciano a scottarmi il sedere. Se poi, come quest'anno, la possibilità di prendere il volo è preclusa, la voglia di prendere il volo diventa ancora più grande

Non potendo allargare le ali io, auguro buon volo a chi può farlo, come le rondini per esempio.

Orrmai le rondini sono partite tutte e anche quest'anno hanno prima di andarsene deciso di radunarsi in grandissimo numero alla foce del Marano.

Da alcuni anni a Riccione a pochi passi dalla spiaggia ci viene regalato un grande spettacolo naturale. Immeritato.

Il Marano è un fiumiciattolo che sfocia quasi al confine con Rimini. Zona marginale: qualche alberghetto decadente vecchie colonie abbandonate (una bellissima già in territorio di Rimini meriterebbe un post tutto per lei), alcuni localini "molto in" sulla spiaggia, e d'inverno zona da puttane. Di natura, qui dove il Marano sbocca a mare, ce ne è veramente poca. Un po di canne lungo le sponde nient'altro. Davvero il posto non è un gran ché, ma a loro, alle rondini, per qualche misterioso motivo è piaciuto davvero molto.

Sperando di non infrangere qualche legge rubo a google un immagine del luogo, queste le coordinate da inserire in google earth :

44°01'09,17'' N 12°38'06,42'' E

Ponte marano

Tornando dunque alle rondini, migliaia e migliaia di loro si trovano a fine estate la sera a partire dalle 7 e mezza circa lungo l'ultimo tratto del fiume per dormire tutte insieme sulle canne che si protendono sull' acqua. Da tutto il circondario ed oltre (vengono sin da Cervia) confluiscono in poche centinaia di metri di sponda . Per quasi un' ora è un saettare di freccie piumate che si posano e si involano continuamente dalle rive. Tra loro, l' anno passato e quello prima, anche una rondine albina.

Non si tratta dei soliti raduni di rondini che siamo abituati a vedere in principio di settembre, questo è di dimensioni colossali si parla di circa 15-20.000 esemplari

Che le rondini hanno eletto la foce del Marano a dormitorio se ne sono accorti anche i predatori e capita di vederne qualcuno ghermirne una in volo. Oltre ai predatori anche gli umani si interessano alle rondini e varie persone passano le serate a naso all'insù su un ponticello pedonale tra la ferrovia e viale D'Annunzio. Tra loro tutte le sere c'è un vecchietto che illustra, in dialetto, a chi è disposto ad ascltarlo, tutte le particolarità del fenomeno fornendo orari, periodi di massima affluenza e confronti con gli anni precedenti. Starsene un'oretta sul ponticello sospesi tra i voli delle rondini che passano sopra sotto e affianco, sfiorando i visi degli spettatori è bellissimo.

Ho tentato qualche foto non ne è uscito nulla di buono, all' ora di massima affluenza la luce è scarsa e le rondini sfrecciano agili e veloci davanti all'obbiettivo lasciando di se solo scie sfocate.2009-09-060054a

Copio e incollo qui un articolo del wwf di Rimini reperito in rete che racconta delle rondini del Marano. E' un articolo dell'anno scorso.

Ma prima...

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LE RONDINI ADOTTANO IL MARANO
Da circa una settimana il basso corso del torrente Marano, in prossimità della foce a Riccione, è teatro
di un avvenimento naturalistico di rara intensità e suggestione.
Un elevatissimo numero di Rondini (Hirundo rustica) e, con entità minore, di Balestrucci (Delichon
urbica), quantificabile in circa 15.000 individui, hanno adottato il canneto lungo il canale fluviale a mare
del ponte ferroviario come dormitorio notturno.
E’ noto che le rondini utilizzano i canneti per il pernottamento e che ciò avviene regolarmente e in più
luoghi, anche localmente. L’eccezionalità del fenomeno risiede nel numero di individui che si danno
appuntamento lungo il Marano e nello spettacolo che essi offrono al calare del sole. Nel tardo
pomeriggio avviene una progressiva concentrazione di rondini nello spazio areo sovrastante il torrente,
con soggetti che giungono da un comprensorio molto vasto. Si tratta, considerata la stagione, di uccelli
migranti tra i quali un elevato numero di giovani dell’anno, che per favorevoli motivi climatici e
disponibilità di prede, tendono a sostare a lungo, incrementando temporaneamente il loro numero nel
nostro territorio. Di conseguenza, raggiungono il massimo assembramento nel dormitorio notturno da
essi prescelto.
Dopo le ore 19,30 il cielo al di sopra del Marano inizia a popolarsi di rondini in numero sorprendente, dal
livello del suolo fino a grande altezza. Le loro evoluzioni riempiono l’aria, offrendo uno spettacolo raro
ed emozionante. Il passaggio dei treni provoca rapidi involi in massa degli uccelli già in sosta, fornendo
un ulteriore motivo di attrazione per i numerosi osservatori che convergono nella zona. Alcuni tra i
cittadini più attenti e sensibili che, tra l’altro, alimentano decine di anatre domestiche nel canale,
offrono la loro “consulenza” a visitatori e curiosi che sostano sul ponte pedonale in legno, ottimo punto
di riferimento per assistere all’evento. Attorno alle 20 la concentrazione di rondini è massima e,
ancora per una decina di minuti, è possibile assistere al precipitarsi in massa degli animali verso il
canneto, il quale, a tramonto avvenuto, si presenta vociante e interamente nereggiante di rondini per
oltre 400 metri.
Dopo le 20,10 tutte le rondini sono posate sul fogliame fino a ridosso del ponte, dove è possibile
scorgerle a pochi metri, alla luce dei lampioni.
Al mattino, attorno alle 6, altrettanto spettacolare è l’involo che coinvolge lo stormo talvolta a
scaglioni, talvolta quasi simultaneamente.
Il fenomeno non è nuovo lungo il Marano. Da 6 – 7 anni le rondini pernottano in numero crescente nei
canneti della zona. L’intensità di questa fine estate assume carattere eccezionale, da riferirsi ai
positivi fattori climatici ma anche alla crescita della canna (Arundo donax) che ha raggiunto elevate
dimensioni e un folto popolamento, al punto da offrire un rifugio notturno ottimale per gli uccelli. La
scelta del canneto e non di altre formazioni vegetali da parte delle rondini è motivabile sulla base di più fattori tra i quali l’addensamento delle piante che determina un microclima favorevole e che permette
di concentrare molti individui in uno spazio limitato. Le canne inoltre trasmettono con immediatezza le
vibrazioni causate da eventuali predatori che salgono dal terreno. Gli individui in sosta nelle posizioni
più esposte sono soggetti ad attacchi da parte di rapaci notturni, in particolare del Barbagianni (Tyto
alba). Si ha prova di avvistamenti diretti del rapace che del rinvenimento di resti di rondini predate.
Non è possibile prevedere per quanti giorni ancora gli uccelli si intratterranno nell’area. La prossima
ondata di maltempo fornirà con certezza l’impulso alla migrazione verso meridione.
Per quanti intendessero osservare il fenomeno è sufficiente recarsi sul ponte pedonale situato tra il
ponte ferroviario e il ponte della litoranea di via D’Annunzio, raggiungibile dalla viabilità ai due lati del
Marano (via Giacosa e via Pirandello). Nell’occasione si può ammirare l’ambiente del canale, dove
stazionano altre specie di uccelli, tra i quali la Gallinella d’acqua, il Martin pescatore e varie specie di
passeracei.
Sul canale grava la possibilità di un intervento di “sistemazione” degli argini per l’intero tratto
interessato. L’abbattimento del canneto e della vegetazione ripariale comporterebbe una drastica
alterazione paesaggistica e un impoverimento biologico della zona e si priverebbe una specie in forte
regressione numerica nell’intera Europa, quale la rondine, della possibilità di utilizzare per il futuro un
importante punto di riferimento stabile e protetto in occasione delle migrazioni stagionali.
WWF della provincia di Rimini
Sezione WWF della Provincia di Rimini
Via R. Orsini, 26 - 47900 Rimini
Tel. e fax 0541.52530 cell. 339.1783850
E mail: rimini@wwf.it - http: www.wwf.it/rimini

sabato 15 agosto 2009

SCHIAVI IN RIVIERA

logo schiavinriviera 024

Dedicato a chi lavora per quelli che sono in ferie                            (Da chi lo ha fatto per 17 anni)

11-12 ore al giorno 7 giorni su 7 per 3 mesi, se non hai fortuna e capiti in un albergo che fa una stagione breve, se sei fortunato i mesi sono 5, qualche volta di più.

Una volta con quello che si guadagnava con il tour de force estivo ci si viveva tutto il resto dell' anno, oggi difficilmente è possibile. Ogni anno le esigenze di chi ti da il lavoro aumentano, bisogna offrire sempre di più a chi viene in vacanza se si vuol continuare a riempire gli alberghi. Un buffet più ricco o la merenda a metà pomeriggio costano. Non vorrete mica, visto che ci vuole più tempo per preparari,  che si aumenti il personale? Che corrano un po'di più quei mangia soldi a tradimento

L' industria turistica di Romagna vanta, in Italia, uno dei migliori rapporti qualità prezzo. A permettere questo è anche la cronica carenza di personale.

Le denunce dei redditi dei nostri albergatori rivelano però che spesso guadagnano meno dei loro dipendenti. Non si può quindi sostenere che lucrino indebitamente su chi lavora.

Ferrari e ville a Cortina, forse a loro le regalano.

sabato 1 agosto 2009

SCHIACCIATI DAL PROGRESSO

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Ovvero tanto per cambiare "qui una volta era tutta campagna" 

S' erano fatti la casetta loro, poi alle spalle era cominciato il guaio:

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Prima la Manta che tratta inerti poi l' inceneritore, poi la Selecta per differenziare i rifiuti, ... E infine La bella ciminiera della terza linea, nuovo forno dell' inceneritore. Ecco qui sotto una foto d'insieme di quella che era una bella valle a un chilometro da "Viale Ceccarini a Riccione". Si vede sia il vecchio che il nuovo inceneritore così si apprezzano meglio le misure. Sulla destra poverina la casetta di signori d'animo ecologista che sul tetto si sono montati i pannelli solari, ma non la si vede quasi. 2009-05-240080

Le foto sono di fine maggio, nel frattempo la torre è cresciuta un altro pochino e adesso sfiora quasi il braccio della gru. Tutto con un po' di buona volontà può avere un suo fascino nascosto

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Eccola in notturna vista dal terrazzo di casa. Ne faremmo volentieri a meno.

E' stato vietato, anni fa, dal piano paesaggistico la costruzione di nuove strutture sui crinali: non roviniamo i nostri orizzonti...

Non occorre costruirle sui crinali per rovinare tutto, basta costruire in fondovalle alto abbastanza da emergere comunque. Forse nessuno aveva pensato a questa eventualità.

L' entroterra qui è solcato da molte piccole valli perpendicolari alla costa, una dopo l'altra. Muovendosi parallelamente al mare nel primo entroterra è tutto un su e giù di colline arrotondate, quadrettate di campi dai colori diversi e aimè spruzzate di troppe case.

Se ci si sposta di tre valli  verso nordovest si arriva dalle parti di San Patrignano (Si proprio QUEL san Patrignano) Una volta li, se ci si gira indieto guardando verso sud est, si vede spuntare oltre le colline questa meraviglia dell'architettura contemporanea, Novella Torre Degli Asinelli o meglio DEI SOMARI (chiedo perdono ai nobili quadrupedi)

Il "progresso" schiaccia anche metaforicamente ed è a causa del suo peso figurato che ho così a lungo abbandonato il blog, poco tempo, e troppa stanchezza a fine giornata per esserci con la testa.

Un libro, datemi un libro, uno dei pochi modi di fare un riavvio accettabile: chiudi sessione, disconnetti.

Il nuovo lavoro impegna, ma almeno c'è, e qualche soddisfazione ogni tanto la da.

L'altra domenica sono stata a Monte Cerignone e ho fotografato uno dei lavori appena finiti. Mi è piaciuto.

Così lo avevo pensato calcolato e disegnato:osteria ClementinaTER

Così è venuto .

Clementina (1) Clementina (6)

Poter seguire il lavoro dal primo contatto col cliente a struttura ultimata ripaga un po' dall' ansia di far tornare i conti e rimediare i soldio per pagare i ragazzi.

Tra il resto ci si mangia bene.

lunedì 8 giugno 2009

AMBARA BA CICI CO CO'

Con la polverizzazione dei partiti della sinistra per votare non resta che fare la conta per vedere a chi tocca il voto.

Un'altra soluzione potrebbe essere quella di consociarsi in gruppi di votanti e assegnare a ciascuno una lista da sostenere, in modo da distribuire equamente un po'  per ciascuno, per non fare torti,  le attenzioni ... Tu voti quello , allora io voto quell'altro e lui vota qell'altro ancora.....

Ma che emerite teste di %">*@+>% i nostri rappresentanti

Che tristezza che rabbia.

Ai leader della nostra perduta sinistra suggerirei di abbandonare per un po' l' innata (forse) laicità e di eleggersi un santo protettore: 

S. Sebastiano patrono dei masocchisti

peccato che oltre a far male a loro stessi, 'sti  *@ç^%<>  fanno male anche a noi.

domenica 10 maggio 2009

PROGRESSI

Rapidi, anzi rapidissimi: ieri si vedeva solo il becco, oggi si sporgono con una visibile voglia di volo, le alucce che sbattono nel buio del nido, il capino fuori a cercare il sole...2009-05-100004a

2009-05-100011aSole? Ma che sole e sole! Il pranzooo voglio io!  2009-05-100016bQuesto bel ragnetto per esempio ? 2009-05-100024bSiiiiiii  2009-05-100025aGrazie mamma (o babbo, sono uguali)2009-05-100029aOoh io ho fame ancora eh! 2009-05-100030aMa dove diavolo siete finiti tutti? 2009-05-100039aEccoti li finalmente  2009-05-100040bSvelta che altrimenti  muoio 2009-05-100041aMmmmm buono! 

E dire che c'è chi li preferisce in gabbia

sabato 9 maggio 2009

TEMPO DI NIDI

Anche le cince meriterebbero di poter partecipare alla festa dei lavoratori. Non ho calcolato quante sono, in questo periodo, le ore della loro fatica giornaliera, ma superano di sicuro le 12. Un andare e venire frenetico tra il nido e la campagna, in cerca di bruchi, larve di formica, semi.

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Dal balcone di casa sento pigolare i piccoli dentro la cassettina appesa all'albero, qualche volta li si intravvede un attimo attraverso il foro di ingresso

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Becchi spalancati come pozzi senza fondo. Gli adulti arrivano, si fermano un attimo e via di nuovo a cercare qualcosa con cui riempire quei voraci buchi neri

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Cerchiamo di alleviar loro la fatica, all'albero di fronte sono appesi i canederli di grasso e semi. Pare che le cince apprezzino.

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Da ques'inverno alle cinciallegre che da anni godono della nostra ospitalità si è aggiunta una coppia di cinciarelle, fino a poco tempo fa scambiate per colpa della cattiva luce e dei loro colori meno brillanti con il freddo, per cince more.

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Anche loro gradiscono il ristorante

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