"SOLO L'ASSENZA DI CERTEZZE PUÒ AIUTARCI A RESTARE LIBERI"
(Roberto Esposito)

domenica 14 dicembre 2014

POCA IGIENE IN CUCINA

Ovvero gli aiutocuoco e la torta di patate crude.

L’altra sera con le patate del nostro campo mi sono messa a preparare la “Torta di patate crude”, (torta salata) ricetta di famiglia, tradizionale trentina, che in casa amiamo molto.

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Pensavo che ad essere interessati a questo piatto fossero solo i componenti umani del nucleo famigliare, mi sbagliavo.

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Anche i felini di casa si sono dimostrati molto interessati allo squisito piatto, e non contenti di limitarsi ad assistere alla sua preparazione Nurù con la zampetta ha tentato di collaborare.

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Mentre Vèi ostentava una notevole dose di indifferenza,

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il fratello ha voluto sincerarsi direttamente che la qualità delle patate fosse buona (ebbene sì, mangia le patate crude e cerca sempre di rubarmele)

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Mi rendo conto che l’igiene del piatto può risentire dell’aiuto, ma per fortuna va poi tutto in forno molto caldo per un bel po’ di tempo.

Se volete ecco la ricetta.

Per una teglia da forno di circa venticinque centimetri per quaranta:
1.3 Kg di patate a polpa bianca possibilmente non acquose e belle farinose,
2 cucchiai colmi di farina,
2 pugni di parmigiano grattugiato,
sale e abbondante pepe,
per ungere la teglia meglio sarebbe usare lo strutto, ma va bene anche l’olio di oliva.

Si grattugiano le patate, l’ideale per farlo è utilizzare l’attrezzo apposito che vedete nelle immagini, ma una normale grattugia da formaggio va bene comunque, ci vuole solo un po’ più di tempo. Alle patate grattugiare si aggiungono la farina ed il parmigiano, il sale e un bel po’ di pepe. Dopo una buona mescolata si travasa il tutto nella teglia ben unta e si livella  la superficie (spessore circa due centimetri scarsi) sulla quale si versa a filo una generosa dose di olio o tanti bei fiocchetti di strutto. Si inforna a temperatura alta (200 – 220 gradi) e si lascia cuocere per un tempo che varia da un ora ad un ora e mezza circa, dipende molto dal forno e dalle patate, fin quando sotto e sopra la torta è ben dorata con il centro morbido.

Si mangia solitamente come piatto unico accompagnata da salumi e una abbondante insalata tagliata fine, meglio se di cavolo cappuccio o di “denti de cagn” (il tarassaco che si coglie a fine inverno nei campi e nei prati) in mancanza di questi un buon radicchio rosso è un sostituto adeguato.

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Ciao Ciao a tutti

domenica 7 dicembre 2014

ACQUA, ANCORA?

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Ovvero nessuna conquista è mai per sempre.
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Apprendo che forse siamo da capo, ancora voglia di privatizzazioni, malgrado il volere dei cittadini, malgrado i referendum che spesso vengono disattesi.2007-10-020048
E’ vero? Non è vero?
Comunque sia sempre meglio tener alta la guardia, quindi eccovi un link


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Firmiamo, e ancora una volta….

Pubblica l’acqua pubblica

lunedì 1 dicembre 2014

1 DICEMBRE AIDS E BATTICUORE.

(Ho aggiornato l’ultimo link dopo la prima pubblicazione)
Ovvero giornata mondiale per la lotta all’AIDS
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Avete mai fatto il TEST?
No non parlo di qualche test pseudo psicologico da rotocalco, nemmeno di quello per la patente o di quelli d’accesso per le facoltà a numero chiuso.
Parlo del test per determinare la presenza nel sangue del virus dell'immunodeficienza umana, lui cosa talmente piccina da non avere nemmeno una cellula, da non essere nemmeno del tutto un vivente, uno zombi, anello di congiunzione tra vita e non vita.
HIV il letale.

Vi piace l’adrenalina? Fatelo, è un’emozione.

Già prendere la decisione di provare a farlo un leggero aumento della frequenza cardiaca lo provoca. Se poi siete tra quei fortunati che con siringhe e aghi non hanno un rapporto ottimo ecco che l’idea di porgere il braccio alla gentile fanciulla che ve lo pungerà vi regalerà qualche altro fremito; cose da nulla, il bello viene dopo.

Tre, cinque giorni di attesa; impossibile non pensarci per niente.

Non siete nelle categorie e rischio? Non importa, a meno che non siate vergini mi pare impossibile escludere la possibilità, seppur remota, di essere rimasti fregati. Ditemi chi può garantire al cento per cento che le vostre frequentazioni siano assolutamente sicure, che nessuna di loro nel passato anche inconsapevolmente abbia incontrato qualcuno a sua volta inconsapevole della propria condizione che gli ha lasciato il regalo? La cosa carina è che il passato può essere anche assai lontano, HIV il letale non è un tipo appariscente, se ne sta silenzioso per anni quieto nelle cellule senza arrecare apparentemente danni, limitandosi solo ad aumentare la propria energia e mangiandosi i CD 4 del vostro sistema immunitario. Più il tempo passa e più la carica virale sale e con essa l’infettività.

E intanto tu aspetti di andare a ritirare le analisi, fai finta di non pensarci, ma ci pensi, ci pensi. Magari solo con un angolino del cervello, ma quando vai a letto prima di addormentarti ti torna in mente di sicuro… Dopodomani devo andare a ritirare le analisi, mmm chissà che orari fanno, tanto non avrò sicuramente tempo, tanto gli orari saranno sballati… Però devo andarci… Dai non c’è fretta di sicuro sono negative ... E se non fossero negative? Nooo non è possibile non ho mai combinato nulla di rischioso… Si però…. Cazzo non riesco ad addormentarmi, sarò idiota? Per una stronzata del genere!
Porca vacca metti che qualcosa vada storto che responsabilità ho verso il mio compagno/a, come cazzo faccio a dirglielo? E se ho fregato anche lei/lui? Merda non riesco a dormire…

Alla fine il giorno del ritiro arriva e non ci pensi nemmeno di rimandare, nessuna intenzione di litigare con il dio del sonno un’altra notte.
Coraggio non devi sprecare nemmeno molto tempo adesso, almeno qui da noi, gli orari per il ritiro dei referti sono dalle 6 alle 22 e nessuno ti guarda male, quando vai a prendere i fogli perché non c’è proprio nessuno che ti possa guardare. Quando ai fatto il prelievo ti hanno dato un talloncino con un codice a barre, ti basta andare in ospedale e far scorrere il talloncino sotto il lettore, una gentile stampante, senza nessun commento, Ti deposita dolcemente in mano i fogli.

Frequenza cardiaca sopra i centoventi, (molto sopra). NO non guardo adesso, prima esco, guardo quando sono fuori… Adrenalina, le surrenali lavorano a pieno ritmo. Esci ti appoggi con la schiena ad un albero e scorri i fogli…
MMM questo dopo, sono le analisi delle urine… formula ematica, no… colesterolo… ma dove diavolo è?
ECCOLO!

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NEGATIVO!!!

WOW questo è un attimo di gioia pura!
Goditelo!
Fortuna che ti sei appoggiato all’albero, il cuore fa su e giù per un po’ poi comincia a calmarsi.
Leggero, sei leggero come una piuma, saltelleresti come Samantha nello spazio

Ok è andata, ne riparliamo tra un anno.

Qui i post dedicati alla giornata mondiale della lotta al’lAIDS degli anni passati:
http://terre-basse.blogspot.it/2011/12/1-dicembre.html
http://terre-basse.blogspot.it/2012/12/1-dic-sono-monotona.html

Avete mai fatto il test? Come vi siete sentiti? Oppure come vi sentireste se lo faceste?
Ce lo raccontate?
 

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P.S. ho aggiornato il collegamento dell’immagine, adesso indirizza ad un questionario molto interessante, click sull’immagine per aprire il link.

martedì 25 novembre 2014

ZAFFERANO

Ovvero viola e arancione stanno benissimo insieme
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Questo bel fiore visitato da un bombo goloso è un Crocus sativus

Pianta spontanea nel bacino del Mediterraneo è probabilmente originario dell’Asia occidentale.
La fioritura è autunnale ed inizia solitamente verso i primi di ottobre dopo il riposo vegetativo estivo.

Coltivazione ad altissima incidenza di manodopera è stata in passato assai diffusa in Abruzzo specie in provincia dell’Aquila, raggiungendo nel 1830 un picco di 450 ettari coltivati
Lo zafferano italiano è sempre stato di ottima qualità anche in conseguenza della consuetudine che vede la coltura fatta su base annuale anziché poliennale.

Ripasso di botanica
Pianta bulbosa che fa parte della famiglia delle Iridacee. Nella foto si vede, racchiusa dai tepali lilla, la parte maschile del fiore, ovvero gli stami gialli carichi di polline, ma malgrado il colore che potrebbe farlo pensare, non sono loro a fornire la pregiata spezia che deriva invece dalla parte femminile, arancione nell’immagine, stilo e stigma che insieme formano il pistillo.

Fino a 120.000 fiori per un chilo di zafferano con produzioni per ettaro di circa 10 Kg di spezia essiccata (o tostata)

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Qui sopra la coltivazione famigliare di zafferano, molto poco intensiva ;) di Milena, le cui pazienti mani si vedono mentre tolgono gli stigmi dai fiori nell’ immagine sotto, e di Nino autore delle foto di questo post (seguendo il link alcune delle sue belle immagini di donne nel mondo, abbiate pazienza, il sito è un po’ disastrato ma le foto sono splendide).
Questa mini coltivazione di zafferano ha fornito l’anno scorso circa 30 grammi di spezia, quest’anno solo una decina la stagione è stata pessima per tutto.
Sembra pochissimo ma non lo è se si tiene conto che una bustina commerciale di zafferano contiene solitamente circa un decimo di grammo di spezia.
La particolarità di questo orticello di Crocus sta nel luogo in cui si trova: pochi chilometri dalla spiaggia di Riccione; in pratica se ci si accontenta di un solo risotto lo si può coltivare anche in vaso sul balcone :D
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Per le informazioni tecniche vi rimando a Wikipedia, o ancora meglio a questo sito, dove si trova oltre alla passione dei produttori di zafferano che lo gestiscono, anche da scaricare gratuitamente un “Libro Bianco sullo Zafferano” frutto di un progetto europeo per la valorizzazione di questo piccolo miracolo di colore sapore ed odore che i crocus ci regalano.
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Attenti ragazzi che la pianta  di tutti i Crocus, a differenza dei suoi pistilli, è velenosa, e lo è ancora di più il Colchico che un occhio inesperto può scambiare per zafferano anche se per fortuna non ha gli splendidi stigmi arancione

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martedì 28 ottobre 2014

ENRICO, CHE CULO!

Pensa l’imbarazzo se avesse preferito te!

La nostra ministra

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l’altra sera da Fazio alla domanda <<Chi preferisce tra Fanfani e Berlinguer?>> afferma che <<Da aretina non posso che dire Fanfani, per una questione di vicinanza territoriale.>>

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Contenta lei…
Noi magari un po’ meno visto che ci governa.

domenica 19 ottobre 2014

AUTARCHIA

Ovvero sbucciamo le nostre spugne.

Questi bei cetrioloni si chiamano Luffe (Luffa cylindrica)
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E quando dico cetrioloni intendo proprio oni, oni. Sono lunghi fino a 50; 60 cm con un diametro di dieci, ma non si mangiano.

Con tanta pazienza (il ciclo vegetativo non è breve) si trasformeranno in belle spugnone per lavare se stessi o le pentole.
Almeno in forma di spugna fatta e finita penso che li abbiate visti tutti, si vendono (non a buon prezzo) nei negozi di prodotti per l’igiene personale.

A me, che quando posso piace avere il mondo intero sotto controllo, per dipendere con spirito autarchico il meno possibile dall’esterno, l’idea di coltivarmi le mie spugne è sempre piaciuta.

Parecchi anni fa non ricordo come e dove avevo trovato i semi della luffa e m’ero allevata nel giro di un paio di stagioni  un bello stock di spugne. Per un po’ di anni, data l’abbondanza non le avevo più seminate (tra l’altro sono quasi indistruttibili) ma quando quasi esaurite le scorte decidemmo di riseminarle i semi conservati, ormai troppo invecchiati, si rifiutarono di germogliare.

Lo scorso natale  Steve un amico inglese mi ha, tra le altre cose, regalato una bustina di semi di luffa che hanno fatto il loro dovere: spuntati, cresciuti e fruttificato.
Purtroppo è l’estate che il suo compito quest’anno non lo ha compiuto a puntino e causa maltempo le luffe non sono ancora del tutto mature. Fino ad ora se ne sono seccate solo un paio delle più piccole.

Guardiamole da vicino: all’apice distale presentano una sorta di tappo, o per meglio dire opercolo (si chiama Luffa operculata un altro tipo di luffa assai più piccino e tondo ma ugualmente spugnoso), si vede bene nel frutto a destra, e ancora meglio nel frutto maturo qui sotto

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con una leggera pressione l’opercolo si apre e dal foro che scopre, scuotendo ben bene, escono i semi che sono quasi neri e della forma e dimensioni simili a quelli di zucca

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Tolti i semi, partendo dal foro, si comincia a sbucciare la luffa quasi come si fa per togliere il guscio alle uova sode.

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Subito appare la spugna pronta che non richiede altri interventi se non quello di essere usata.
Da asciutte sono rigide, ma bagnate divengono morbide. Durano moltissimo si asciugano subito e per rovinarle devi maltrattarle davvero molto.
Ecco infine un gruppetto di luffe sbucciate di varie misure:

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La bottiglia è una normale bottiglia da litro, giusto per farsi un’idea delle dimensioni.

Si coltiva come le zucche o, come i cetrioli visto che come questi ha un aspetto lianoso e preferisce avere un sostegno, i frutti se poggiano in terra si sciupano, ma come per le zucche occorre aspettare parecchio tempo prima di cogliere.

Qui un link ad una scheda trovata online.

Buon bagnetto a tutti.

sabato 11 ottobre 2014

AMABILE ASSASSINA

Ovvero: leggi di natura
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Appena cambiato i denti da latte ha voluto controllare che quelli nuovi fossero adatti all’uso.
Almeno non dovrò più riempire la casa di trappole come mi è toccato fare l’altr’anno.

Stavo stirando e un topo sfacciatissimo mi è passato sui piedi. Trappolina, topo preso anche con un po’ di rimorso.
La sera del giorno dopo distesa sul tappeto a guardare la tele un altro sorcio ancora più temerario del primo è venuto a fregarmi le briciole dei biscotti.
Per farla breve in pochi giorni ne presi 6.

Ormai era un po’ che non avevo più Bluto a girar per casa e evidentemente s’era sparsa la voce:<< CAMPO LIBERO!!>>
Bene signori topini adesso, sappiatelo, c’è Vèi, (e anche Nurù) 2 chili scarsi di muscoletti guizzanti, unghie e dentini.

E’ finita con il malcapitato completamente mangiato:

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<<Del topo, cari signori, qui non si butta via niente, proprio come fate voi con il maiale e sul tappeto nemmeno una gocciolina di sangue, così non mi potete rimproverare>>.

martedì 19 agosto 2014

TELECOM BYE BYE

Ebbene si ho finalmente tagliato il cordone ombelicale che univa il mio PC al tristemente famoso “ultimo miglio” di Telecom.

Già dal 2005 ho rinunciato al telefono fisso, almeno hanno smesso di chiamarmi all’ora di cena per vendere le cose più varie,  ho scelto una connessione internet con solo cavo dati senza fonia (nacked le chiamano). Allora non è che ci fosse molta scelta e NGI era uno dei pochissimi provider a fornire questo servizio, (forse l’unico a quel tempo) A convincermi ci ha pensato “Altroconsumo” che dava  il più alto punteggio di qualità proprio a quel gestore.

Non mi sono mai pentita, seri e affidabili, ma, se server e tecnologia dipendono da loro, non si può dire lo stesso per quel che riguarda i fili del telefono su cui purtroppo occorre comunque passare. La zona in cui vivo sebbene geograficamente certo non marginale è tecnologicamente disastrata: frequenti interruzioni di servizio, guasti alla linea e ogni volta che vedevo dalle mie parti le macchinine rosse di Telecom mi mettevo le mani nei capelli perché con buona probabilità mi sarei ritrovata con l’ADSL staccata.
Con il mio compagno abbiamo sviluppato una teoria: Telecom applica il collegamento a turno alla rete, finché uno non si lamenta lo lasciano staccato, poi  al reclamo riattaccano lui e staccano un altro. Scherzo signori di Telecom, scherzo, ma purtroppo non scherzo riguardo la pessima condizione dei collegamenti forniti.

Vogliamo poi parlare della velocità? Impossibile! solo di lentezza si può parlare.

Infine a salvarmi è giunto il dio dei venti
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Internet via etere, sull’alito delle brezze!
Eolo fa capo a NGI quindi di fatto non ho cambiato gestore e anche la mail è sempre @ngi.it

Ho sottoscritto il contratto per una velocità di 10 mega e 10 mega ho, anzi persino qualcosa in più come si vede dal test qui sotto.
Cattura
E’ passato circa un mese e i risultati sono sempre gli stessi.

In pratica ho decuplicato la velocità di navigazione e ho ridotto le spese, Telecom non si prende più i miei 12 euro al mese di balzello che applica a tutte le linee nacked indipendentemente dal gestore scelto.

Bye bye Telecom felice di averti lasciato.

http://www.speedtest.net/my-result/3670160416

sabato 2 agosto 2014

GUASTI, IMPEGNI E NUOVI ARRIVI

E’ un po’ di tempo che diserto il blog, una concomitanza di cause mi ha tenuta lontana e ora non so da che parte cominciare.
Vorrei scrivere dell’ indignazione che i fatti di Gaza mi lasciano nell’animo, le parole però mi mancano, allora vi rinvio questa immagine di Ernesto da “I diari dello scooter”    Israele Palestina
Si, in effetti così si capisce benissimo.

Vorrei scrivere anche del fastidio che l’arroganza di chi pensa di non aver mai bisogno di mediare mi causa, ma sui modi del nostro conducator domestico, il Boy Scout, ci sono centinaia di penne a scriverne, lui tira comunque dritto per la sua strada e io mi farei il sangue cattivo.

Aggiungiamo anche i fatti di Ucraina, Libia, Siria, Iraq…e il sangue da cattivo diviene pessimo.
Sarò quindi, per risposta e reazione, frivola e leggera.

Cominciamo con ciò che di piacevole mi ha tenuto lontano dal Blog.
ho rispolverato la macchina da cucire e per un’amica mi sono improvvisata costumista, 15 tuniche bianche tinte poi da Barbara in azzurro per uno spettacolo di danza acrobatica,abiti danza

e 11 gonnelline fuxia formato micro per delle bimbette di un saggio.

L’attività di sartoria è proseguita con la realizzazione di capi di abbigliamento adatti ad una ultra novantenne con un braccio ingessatissimo IMG_5870
che non poteva più mettere magliette e camice da notte se non apribili su una spalla.
Superato anche questo scoglio il pc ha deciso di guastarsi, alimentatore andato, proprio in concomitanza con l’inizio di un mio serio impegno per un festival internazionale di danza e ginnastica durante il quale avrei dovuto essere tra i fotografi, quindi con estrema necessità del computer che, fedifrago, mi aveva lasciato.
Fortuna che in casa qualche pc di riserva c’è, ma è appunto “di riserva” quindi con tutti i limiti del suo stato.

Devo ringraziare (san) Matteo che nel giro di tre giorni mi ha riportato il pc guarito. Ma visto che l’animalaccio andava in assistenza ho colto l’occasione per cambiare sistema operativo dato che XP non è più aggiornabile.

Eccomi quindi con un pc da addomesticare da capo, tra reinstallazioni e zuffe con quel che non riuscivo a far funzionare se ne è andato un altro po’ di tempo e c’erano 5000 foto da guardare, sistemare, buttare, masterizzare, consegnare…


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Le immagini di una settimana di spettacoli, stage, saggi, dedicati alla ginnastica e alla danza acrobatica.
4800 atleti da 16 nazioni., 1300 più dell’ultima volta.
E’ un evento biennale, non competitivo, arrivato ormai alla XII edizione, il più grande del mediterraneo, aperto a gruppi di qualsiasi età e condizione.
Una faticaccia ed un vero divertimento. Per fortuna andare in giro con un cartellino con su scritto PRESS agevola un bel po’ l’esistenza di chi vuole fare foto.

Passato anche questo ecco a distrarmi i nuovi arrivi menzionati nel titolo del post.
Si parte da una quieta piantina che cercavo da tempo e che certo non è molto responsabile delle mie perdite di tempo…
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E’ un’asparagina, ma di quelle “a coda di volpe” ne avevo due grandi e belle, ma un inverno ho aspettato troppo prima di riportarle in casa e, poverette, le ho fatte morire di freddo.
per anni non sono più riuscita a trovare da sostituirle ed infine eccola.

Ecco qui chi invece contribuisce grandemente alla mia scarsa produttività

Nurù
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Questo è Nurù (Nurù M’ Pecaz per l’esattezza, nome di chiara derivazione romagnola per il quale non credo occorra traduzione) ;-)

E questa è Vei (Vei Föhr ovvero, tradotto dal solandro: vieni fuori da quel buco che non ti mangiamo)
Vèi
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Ecco perchè è un po’ che non mi facevo viva sul blog :D

sabato 21 giugno 2014

CHISSA’ DOVE VA QUESTA STRADA

Ovvero viaggi domestici.
Visto che di viaggiare sul serio da un po’ di anni non se ne parla nemmeno, con il mio compagno, per consolarci, ci concediamo degli improbabili viaggi dietro l’angolo.
Quando abbiamo un po’ di tempo prendiamo la macchina e, individuata una meta approssimativa qui nei dintorni partiamo alla sua volta inventandoci itinerari fantasiosi molto più lunghi del necessario tra stradine secondarie e altre che non compaiono sulle carte.

Lo scopo non è mai arrivare, anche se solitamente arriviamo, ma andare verso, guardandoci intorno.
Chissà dove va questa strada, frase che ricorre quasi ad ogni bivio, è una sorta di parola magica per portarci in posti non lontani da casa e che pure non avevamo mai visto.
Spesso “questa strada” non va da nessuna parte se non a casa di qualcuno, nella cui aia tocca poi fare inversione tra cani che abbaiano, galline che fuggono e vecchiette che ci guardano perplesse. Altre volte dietro una curva ci aspettano piacevoli sorprese, questo appunto è il caso dell nostro ultimo vagabondaggio tra Romagna e Marche.

Meta originaria alla partenza era Serrungarina Un borgo con pianta a cerchi concentrici che non poteva non suscitare la nostra curiosa attenzione.

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foto presa da QUI (ci trovate anche qualche notizia storica)

Per arrivarci le nostre abituali divagazioni ci hanno condotto tra l’altro a Pozzuolo, minuscola frazione di Serrungarina trovata per caso.
Guardandoci attorno, lungo la strada che dopo vari cambiamenti di rotta ormai ci aveva condotti quasi alla meta, dall’altro lato di una piccola valle ci ha sorpreso questo pugno di case.
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Inversione a U e si ritorna indietro di un paio di chilometri a caccia di una strada per arrivarci.
Niente cartello che indichi il borgo del quale non conoscevamo il nome, ma solo una generica via Pozzuolo che si è dimostrata essere la strada giusta.

Numero di abitanti 26, dicono i siti istituzionali, una vera metropoli. 
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Quattro case,
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e nemmeno uina macchina, qualche bimbo che gioca,

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un bellissimo panorama,
e…
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un’ inattesa e gradevolissima accoglienza.

-Volete vedere?…Entrate entrate… Cosa possiamo offrivi?
Daniele e Loretta, che non ci avevano mai visto ne conosciuto, in men che non si dica ci hanno messi seduti a tavola sulla bella terrazza del loro piccolo e curatissimo “Agriturismo Pozzuolo”.
 
Pane fatto in casa, un buon bicchiere di vino, un salame di “Cinta Senese“ buono come mai mi è capitato di sentirne, pecorino sardo stagionato saporito ma non salato, profumato di prati.
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La struttura è una vecchia casa ristrutturata secondo i dettami della bioedilizia, Loretta e Daniele hanno avuto il coraggio di rinunciare al “rustico rifatto” così frequente negli agriturismo, a favore di scelte lineari e moderne che si sposano con le strutture principali preesistenti come i bei solai in legno colorati in bianco. 

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Una sala di lettura per gli ospiti con buoni libri e impianto stereo meglio di un salotto di casa.
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Una cantina bellissima che fa venir fame solo a guardarla,
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Orto biologico, il forno a legna per il pane fatto in casa, le uova dal pollaio del vicino, appena dietro le mura dove le galline in un grande recinto tra prati e tigli fioriti corrono qua e la.
Daniele dopo averci offerto la merenda ci ha fatto compagnia a chiacchiere raccontandoci di loro e ascoltando di noi, Loretta impegnatissima a lucidare tutto ciò che era già lucidissimo, non si è fermata un’attimo.

Mi rendo conto di avere in parte contravvenuto alle norme del mio blog con questo post che potrebbe essere in un certo senso pubblicità (cosa assolutamente bandita dal mio diario) ma la nostra giornata di viaggio diero la porta di casa a questo ci ha portato e  raccontarlo mi pare il minimo per ringraziare Daniele e Loretta che in cambio della loro ospitalità e gentilezza non ci hanno chiesto nulla.

Alla fine, dopo essere ripartiti da Pozzuolo, alla nostra meta, Serrungarina, siamo arrivati, ma questa è un’ altra storia e metterò le foto un’altra volta ;-)