"SOLO L'ASSENZA DI CERTEZZE PUÒ AIUTARCI A RESTARE LIBERI"
(Roberto Esposito)

martedì 27 ottobre 2009

TERRA DI CONFINE

2009-10-040034

Nettamente divisa in due la foto ci ofre l'immagine di un confine: da una parte Italia dall'altra no.

indovinello: dove siamo noi?

Metà sopra o metà sotto?

domenica 25 ottobre 2009

FARE I COMPITI

Tutta inorgoglita dal bel voto ricevuto proseguo il compitino iniziato nel post precedente.

numero 4 il Checco

1966 luglio raff col checco

1966 il Checco era un criceto color miele, la prima bestiolina di casa che io ricordi. So che prima c'erano stati un pesce e Pio Pao. Pio Pao era un uccellino germanico, nel senso che abitava in Germania con la famiglia che sarebbe diventata la mia il giorno che mi fossi decisa a nascere (ho aspettato d'essere in Italia, sempre che le terre alte possano definirsi tale, per farlo). Pio Pao aveva il permesso di svolazzar per casa a suo piacere, lo stesso permesso di vagabondaggio fu accordato al Checco, gli fu fatale.

Da sorcio avventuroso qual era girava ovunque, si scavò un nido dentro il vaso del filodendro, un filodendreo che raggiungeva il soffitto e che rasente ad esso proseguiva sorretto da funicelle per vari metri. La pianta morì non il criceto

Sfrattato dal vaso pensò bene di andare ad esplorare i meandri al disotto del pavimento. I pavimenti di casa erano (sono) di legno e le travi che li sorreggevano pure. Tra i pavimenti ed i soffitti del piano inferiore si creavano così delle allettantissime intercapedini da topi, e visto che topi in casa non ce ne erano il Checco decise di prenderne il posto. Non so come ne perchè dopo esserci entrato non riuscisse  più ad uscirne. Il falegname chiamato in soccorso smontò mezzo pavimento di cucina prima che il disastroso famigliare  sorciforme invogliato da una fogla di lattuga si facesse prendere.

Il Checco, esploratore nato, amava le scalate e le tende del tinello erano la sua palestra di roccia prediletta. Le tende, di una stoffa a quadretti vuoti e pieni, erano una meravigliosa scaletta adatta a lui per giungere ai tre metri abbondanti di altezza dei nostri soffitti, ma avevano un terribile difetto. Gli  ultimi trenta centimetri erano "ingentiliti" da una mantovana di tessuto verdino bello compatto, e li niente presa per le unghiette.

Era sera tardi, un soffice STUF fece girare mia madre che vide un fagottino peloso di dieci centimetri a zmpe all'aria immobile alla base delle tende. Scorata (temeva i miei urli al mattino trovando il Checco cadavere) si aggrappò al telefono e chiamò la mia madrina.

La mia madrina era non la fata di Cenerentola ma una stimata e serissima medico amica di casa. A lei si rivolse per consiglio:

-Che cosa possiamo fare Marianne per un criceto morto?

-??-....- Seppellirlo direi-

E' sempre stata saggia Marianne.

Nel frattempo il cadavere ebbe un fremito si stiracchiò e riprese a zampettare per casa offeso dalla diagnosi così affrettata di mia madre.

La "tragedia" fui io a causarla.

Sera, ospiti in casa noi bimbe già a letto, la pipì che scappa appena spenta la luce. Mi alzo senza accendere la luce e vado in bagno. Corridoio quasi al buio, porta del tinello accostata di la i grandi che parlano. Torno in camera pian piano e accosto la porta per chiudera.

Un lungo squittio e un balzo, un attimo di convulsioni e poi niente. Il Checco schiacciato da me tra stipite e porta.

Avevo circa sei anni, e molte lacrime disponibili.

Checco aveva fatto a tempo comunque a lasciare ampia discendenza, ma questa è un'altra storia.

Svolgere il mio compito si fa cosa lunga, chiedo scusa, non era previsto, ma le storie si sa fanno quel che vogliono. Reputo quindi giusto non aspettare la fine dei miei dieci punti per passare la palla. Ma come detto in principio sono in grado di eseguire il mio dovere solo in parte. Non ho dieci nomi da trascinare nel gioco. Seguo pochi blog, tra i pochi che seguo la maggior parte è già stata coinvolta da altri, alcuni non ho l'ardire di importunarli con codeste frivolezze, ma qualcuno a cui cedere il testimone c'è. Sono certa che Valverde col suo cronache dal pollaio non si tirerà indietro, anzi.  Dunque Val a te l'onere di proseguirere.

Ho in serbo anche qualcun'altro ma lo teniamo per dopo.

sabato 17 ottobre 2009

MI ASSOGGETTO

A Equipaje non posso certo negare una risposta positiva per cui eccomi a eseguire il compitino che lei mi ha assegnato QUI

                          Honest_Scrap

Equipaje mi ha invitata per merito non mio ma di una gallina, QUESTA, mi par quindi giusto nel raccontarmi continuare a rendere onore al regno animale. Ma prima...

numero 1 gli inizi

beppina009

1960 La più piccola sono io quella grande si capisce è una mamma, quella di mezzo la conoscete bene, si è rifiutata di partecipare al gioco, e io la espongo in pubblico per punizione.

numero due il riccio

 '65 - franz e raffa col riccio

1965 a parte il riccio che ha sostituito la mamma, i personaggi sono gli stessi di prima. Nel nostro giardino c'è e c'era un incolta selva di canne di bambù, tra le foglie secche che ricoprono il terreno, li in mezzo, i ricci hanno sempre ritenuto confortevole abitarci, svernarci e riprodursi.

Gli adulti erano schvi non si facevano vedere un gran che erano ricci selvatici loro mica storie, ma lasciavano che i piccoli si avvicinassero e questi erano gratificati della loro audacia con prelibati pezzettini di parmigiano. Quelli che negli adulti sono aculei nei cuccioli sono peli un po' più duri degli altri, quello che abbiamo in mano è già grandicello, appena nati erano come rosei fagioli borlotti un pochino irsuti.

numero 3 un gatto

1964 65 raff e micio

1966 o giù di li, bestie di casa allora non ne avevamo, dicevano che eravamo più che sufficienti noi due,  allora ci si consolava con quello che si trovava in giro. Qui eravamo in Val di Sole. Come eravamo?? ma se nella foto sono sola!  Già ma guardate l' ombra... aspettate  qui si vede meglio

1964 65 raff e franz

peccato che non si veda il micio

Facciamo che i miei dieci punti li faccio a rate?  Che devo cercare, scansionare, sistemare .... E così annoio meno. E lasciamo il tempo alla mia compagna di foto di protestare se vuole.

Ciao ciao a presto

domenica 11 ottobre 2009

GIUGGIOLE

2009-10-040057a

Seguono gli stessi ritmi dell' uva, iniziano e finiscono di maturare nello stesso periodo, ma niente inverni freddi per favore!

Se non fosse per il color ruggine ricorderebbero le olive, per forma, dimensione e anche per il piccolo nocciolo appuntito. Rientrano tra quelle piccole cose deliziose che non sanno di molto ma sono irresistibili. Dolci ma non troppo (a meno che non si assaggi8no quelle appassite), profumate ma appena appena. Quando se ne mangia una ti rimane la voglia di sentir meglio di cosa sa (mmm buona ma non ho capito bene). Le sucessive non svelano il mistero e la scodella è presto vuota. Hanno il fascino delle cose che non abbondano: non ci sono fuori stagione (se vuoi ci siamo adesso, poi se ne riparla l'anno prossimo).2009-10-040051a

L'albero ha spine accuminate, piccole foglie ovate-oblunghe con l'apice leggermente retuso, lucide, col bordo seghettato e un brevissimo picciolo con minuscole stipole scure alla base. 

2009-10-040048

Adora starsene con le spalle ben coperte al riparo dai venti, per questo qui in romagna lo si trova quasi sempre ben vicino alle case, quasi appoggiato alle vecchie pareti

2006-08-270018a

E se da queste parti ci si sente chiedere:

"ti voia ad zuzle?"

E' meglio non illudesi, nessuno sta offrendoci una scodella di giuggiole da gustare, stanno solo facendoci notare ... nu fa tropp  pugnetti!

2006-08-270019a