"SOLO L'ASSENZA DI CERTEZZE PUÒ AIUTARCI A RESTARE LIBERI"
(Roberto Esposito)

domenica 22 febbraio 2009

SULLA PORTA ultima parte

Iniziava qui    continuava qui

–Appena abbiamo finito di servire tutti, veniamo a riprendercela, grazie mille, ma entra, siediti, lo vuoi un caffè? –

–Ma veramente sarei in ritardo, dovrei andare al lavoro…–

Sta di fatto che quando loro hanno tempo di venire io sono a lavorare e quando io sono a casa loro lavorano e certo non possono muoversi.

–Vabbè, non c’è problema venite quando volete io avviso i ragazzi di sopra e voi tirate giù dalla pensilina la gallina fuggiasca.

I ragazzi di sopra mi accolgono con uno smagliante sorriso: –Si si gallina, ma noi partire via una settimana da sorella vicino Padova…

Pazienza mamma Rosa e Luigi, il figlio, si arrangeranno in qualche modo a tirar giù la loro gallina. Vado a lavorare. Sera, dal buio il solito occhio tondo mi guarda dall’alto, è ancora li.

I legittimi proprietari erano passati nel pomeriggio armati di scala e tutto il necessario, ma senza accesso alla finestra niente da fare. Anche la canna che erano andati a prendere per cercare di snidare la ribelle non aveva prodotto i risultati sperati.

Ma per la miseria le verrà pur fame alla bestiaccia e scenderà dall’avventino a cercar da mangiare. Per scendere scende, eccome! Lo testimoniano le numerose cacche davanti alla soglia, le vioe sempre più schiacciate, un vaso rovesciato. Lo fa quando non c’è nessuno nei paraggi, torna poi ad adornare il davanzale della finestra prima che qualcuno la becchi a terra. E poi dicono che le galline sono sceme.

E passa così un altro giorno.

Domenica. (Nel senso di lunedì e sabato, non di Domenica la vicina nigeriana che è da qualche parte in Veneto a far visita all’enorme sorella.)

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La sorella è lei, ma avete visto come la guardano le tre di normale statura? 

Domenica, dicevo, la bestia ha un calo di attenzione, sarà anche furba ma ha fatto i conti senza l’oste e non realizza che siamo tutto il giorno a casa. A un certo punto si sente uno zampettar nella gronda e la fuggiasca svolazza bella, bella nel giardino (più che un giardino un bisciaio) sotto casa. Il fortunato caso vuole che il bisciaio, oltre ad essere assai piccolo, abbia attorno una propizia siepe di lauro ceraso orribile, alta e fitta, ma ottima per la bisogna. Evviva forse è in trappola!

Per descrivere la battuta di caccia attuata da Robi e me ci vorrebbe un film. Dopo qualche inseguimento lei si accorge che in uno degli angoli dell’orto c’è il cassone del compost, distanza tra due lati di questo e la siepe 15 centimetri ottimo rifugio e passaggio per il pollo, quasi impraticabile per un’ umana, e via che ci si infila. Mi faccio sogliola e la seguo, all’uscita opposta Robi minaccioso la attende, (e quando è minaccioso lui vi assicuro che è inquietante, visto che non è rassicurante nemmeno da tranquillo). Facciamola breve, basti sapere che messa alle strette, anziché acquattarsi allargando le ali come tutte le galline che inseguivo da piccola, questa aveva deciso di vender cara la pelle, e le ali le usava per svolazzare le zampe per graffiare e il becco per beccare. Prenderla senza farle male, questo il problema, una vera impresa.

La provvidenziale cesta del gatto è stata infine la sua prigione, e con quella in mano ci siamo avviati da mamma Rosa fra le occhiate stupite di chi ci vedeva passeggiar per strada con una gallina nella stia.

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Catturata, è un po' arruffata, ha perso qualche piuma nella battaglia.

Epilogo

Accoltici con gioia, mamma Rosa infila le bracciotte nude nella cesta ritirandole subito con uno strillo. Il becco della gallina rosso fino a metà stillava goccioloni di sangue e un rigagnolo vermiglio decorava poco al disotto del gomito la morbida polpa della cuoca. Non se ne è avuta a male. Il giorno dopo con un bel sacchettino di tortellini fatti da lei ci ha testimoniato la sua soddisfazione per il ritorno del pollastrel prodigo.

Che nel ripieno ci sia anche…..? Scherzo, scherzo state sereni, è tornata a razzolare tranquilla con il suo sposo e il recinto del cane è stato aggiustato.

4 commenti:

Franz Mosco ha detto...

Arruffata? ha l'aria incazzosisima altro che arruffata! :D:D

(Robi inquietante? Lo prendete troppo sul serio IMO ;) )

Anonimo ha detto...

E lo sapevo Vera, proprio un romanzo d'appendice. Sono le 21.30 Mr. Schaller nel suo maso a Kalkstein, mitico posto fuori dal mondo, ha messo il wireless e quindi ho dato una occhiat ai miei blog preferiti. Questo racconto è una degna conclusione di una bella giornata, tutti e tre (mamma, figlia ed io) in giro per monti con gli sci e racchette da neve. Domani la mamma torna a mettere gli sci dopo 6 anni dall'incidente ai legamenti, siamo tutti un po' emozionati, questi si che è un bel ritorno da festeggiare.
Brava, ciao
Guido

equipaje ha detto...

Gallina Pride!
Brava Vera :)

(Dubbio: ma per il ritorno del pollastrel prodigo s'ammazza il vitello grasso?)

Vera ha detto...

No equipaje, si immola la grande pannocchia :DD

ciao Guido, buone sciate! Auguri all'incidentata.

Francesca, in effetti ha tentato di mangiarsi mamma Rosa