Kazimir Malevich, quadrato nero su sfondo bianco da QUI (ma io voglio vedere lo sfondo bianco che traspare anche attraverso le screpolature)
D4°, è il 6° giorno, sarebbe domenica ma non è che cambi molto. I giorni della settimana sono concetti astratti, qui di più.
Anche la differenza tra giorno e notte è più sfumata, la luce è sempre più o meno quella, l’attenzione e l’attività anche, entrambe sempre elevate senza darlo a vedere. Quello che cambia è solo la nostra presenza, alle dieci di sera ci mandano via. A volte viene il sospetto che sia per tutelare noi “esterni” così siamo costretti a prenderci cura anche di noi stessi.
Degli interni si prendono cura loro, noi qui siamo assolutamente inutili, a volte forse anche un po’ dannosi. Quando durante il giorno ci allontanano per qualche minuto la sensazione è che non sia tanto per proteggere l’interno ma per evitare di dover badare anche a noi, facili al turbamento.
Aspetto.
2 commenti:
Prima avevo "solamente" apprezzato Malevich e la tua prosa, ora che ho visto il prossimo, questo post mi è chiaro/caro e ancora più gradito
L'inverno forse è lungo ma la primavera arriva. Aspettiamo insieme a te. Prenditi cura.
p. (mogotes)
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