"SOLO L'ASSENZA DI CERTEZZE PUÒ AIUTARCI A RESTARE LIBERI"
(Roberto Esposito)

domenica 11 settembre 2016

DISTILLARE LA LAVANDA

Ovvero un nuovo gioco.

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Sotto casa ho due bei cespugli di lavanda, ogni anno a fine estate raccolgo i bei fiori e ne faccio grandi mazzi.
Ormai la casa ne è piena, non riesco a buttarli ogni anno per sostituirli con quelli nuovi perchè il loro profumo dura inalterato per moltissimo tempo, basta sfiorarli e ci avvolge subito in una nuvola fragrante.

Finiscono allora dentro gli armadi in sachettini  come questi che ho cucito l’altro natale

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Ma poi anche tutti i cassetti hano il loro sacchettino profumato, che fare allora? Ecco dunque l’idea balzana perché non provare a fare…

L’acqua di fiori di lavanda?

Non che io l’abbia mai sentita nominare prima, ma visto che c’è quella di rose, perché non tentare?

Oltre alla lavanda serve poco altro, acqua ed un alambicco
Alambicco? Sembra difficile ma non lo è, l’avevo costruito anni fa per distillare in casa alcool dalle fecce del vino che produciamo (quasi dei contrabbandieri).

Ecco qui il mio esperimento di distillazione della lavanda con le istruzioni per farsi il distillatore.

Occorrente:
una pentola a pressione con un cestello per la cottura a vapore
del tubicino di gomma per uso alimentare che tenga il calore (almeno 110° (io ho trovato del tubicino siliconico, quello che si usa per i distributori di bevande calde)
Tubicino di rame (nei negozi di idraulica)
un barattolo vuoto di pelati di quelli grandi (il barattolo non i pelati)
Bottiglie e bottigliette
il fornello di cucina e il lavello
acqua e la materia prima da distillare

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ho messo nella pentola poco più di un litro e mezzo di acqua, fino ad arrivare appena sopra il fondo del cestello, poi ho riempito sino al segno di massimo livello con la lavanda secca (quella degli anni passati, non vorrete mica che gli esperimenti li faccia con quella fresca di quest’anno!)20160905_0297
ho poi sfilato la valvola dal coperchio della pentola a pressione

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ho chiuso la pentola e al posto della valvola ho inserito un pezzetto di tubicino di gomma che serve da congiunzione con il primo spezzone di tubo di rame

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La lunghezza di questo primo tratto di tubicino di rame dipende dalla distanza tra fornello e lavandino (dopo vi faccio vedere tutto l’insieme, ma per ora andiamo un passo alla volta).

Con il secondo tubo di rame e il barattolo di pelati si costruisce la serpentina di raffreddamento dove il vapore condenserà per poi far gocciolare nella bottiglia il distillato.


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Si entra da sopra si esce da un foro laterale in basso, un po’ di silicone attorno al foro garantisce la tenuta, in alto un tubicino un po’ piu grosso fa da sfioro per il troppo pieno, i soliti tubicini di gomma servono per le giunzioni

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Il barattolo con la serpentina va appoggiato sul lavello sotto il rubinetto e riempito d’acqua, l’acqua durante la distillazione dovrà rimanere leggermente aperta per garantire il raffreddamento.
Dal tubicino di sfioro l’acqua esce molto calda, sotto ci ho messo prima la bacinella per lavare i piatti e poi la pentola per cuocere la pasta (risparmio energetico )
Winking smile

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Se io avessi tenuto l’uscita della serpentina un po’ più lunga e l’avessi piegata in basso mi sarei risparmiato l’ultimo pezzetto di gommina.

Ecco tutto il congegno:20160905_0308

La pentola sembra lontanissima, solo uno scherzo del gradangolo, saranno 90 cm.

Risultati e considerazioni finali:

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Da più o meno un litro e mezzo, uno e sei di acqua ho distillato sino ad ottenere un litro circa di prodotto, ho avuto una gradevolissima sorpresa con l’abbondante resa in olio essenziale ottenuta, non ci contavo, la immaginavo trascurabile invece ho raccolto circa 15 cc di un olio fantastico, quindi mettete il distillato in bottiglie dal collo lungo e stretto in modo da facilitare il recupero dell’essenza con una siringa.
(Questa qui sopra è una delle due bottiglie da mezzo litro che ho riempito, si vede benissimo l’olio affiorato)
Non proseguite la distillazione oltre il litro, olio e acqua usciti dopo non hanno un odore così gradevole e il colore cambia divenendo più scuro evidentemente i composti meno volatili che evaporano per ultimi sono di qualità inferiore.

Non tenete il fuoco troppo alto distillate lentamente tanto da poter chiudere di tanto in tanto l’acqua di raffreddamento, questo lo ho imparato quando distillavo alcool e Melissengeist di cui qui riporto una ricetta semplificata che non prevede la distillazione.

L’acqua ha un odore un po’ più dolciastro dell’essenza con un vago sentore di erba cotta
Open-mouthed smile
ma rimane comunque molto gradevole, l’olio è ottimo. Immagino che la variabilità del risultato sia alta a seconda della varietà della lavanda e  della freschezza della materia prima, considerando quanto vecchia era la mia penso si possa solo migliorare.

Esperimento interessante, da ripeter senz’altro.

Provateci

19 commenti:

blogredire ha detto...

Interessante,io sono uno che prova tutto,quindi proverò a fare la grappa,speriamo che non esploda qualcosa,ma è legale??

Sara ha detto...

Uh! Sento il profumo! Buonooooo!

semola ha detto...

... allora...
... la lavanda c'è ...
... la pentola a pressione pure ...
... il tubo di rame anche...
... la scatola di pelati eccola ...
... il coraggio di assemblare il tutto e provare... manca!!!

losmogotes ha detto...

fantastica idea, che anch'io ho un sacco di lavanda "vecchia" che non ho il coraggio di buttare. devo provare!

Cri ha detto...

Ma brava, sei proprio una piccola alchimista!

Vera ha detto...

Ciao blogredire, se il tubicino non è tappato non scoppia, tieni basso il fuoco, distilla i fondi e le fecce del vino, non le vinacce che è un lavoro più complesso e c'è il rischio di distillare alcool metilico oltre all'etilico.
La legislazione è molto severa:
"Oggi la produzione di grappa è regolata dal DM numero 153 del 2001 il quale prevede una regolamentazione molto complessa e una burocrazia molto articolata per la produzione del distillato, senza porre alcuna differenza tra una produzione industriale piuttosto che casalinga per uso personale. Per questo prima di accendere il fuoco sotto l’alambicco per produrre anche un solo bicchierino di grappa è assolutamente consigliabile consultare l’Ufficio Tecnico di Finanza, che è competente per territorio alla vigilanza in questo campo. Tenete conto che in Italia “chiunque fabbrica clandestinamente alcol o bevande alcoliche – si legge nel testo del DM 153/2001 – è punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con la multa dal doppio al decuplo dell’imposta evasa, non inferiore in ogni caso a 15 milioni di vecchie lire”. preso da qui:
http://www.bricoliamo.com/bricolage/come-si-fa-la-grappa/
Inftti qui dichiaro ufficialmente che da decenni ormai non distilliamo più nemmeno una goccia di alcool.
:)

Vera ha detto...

Sara, raccogliere tutto quell'olio è stata anche per me una graditissima sorpresa, sono giorni che la casa profuma di lavanda!

Semola, suvvia perchè mai manca il coraggio? E' facile e non ci vuole nemmeno molto tempo.

Losmogotes, prova dai! poi ci racconti come è andata. Sto pensando di provare con la menta, anni fa lo avevo fatto con il rosmarino l'olio estratto era un niente, qualche goccia in più con l'alloro, un olio quasi nero molto profumato, ma pochissimo.

Cri, chissà forse è vero quello che dicono in famiglia, ovvero che da parte di madre discendiamo da una antica zona di streghe. :D

blogredire ha detto...

Come non detto:-((((

Vera ha detto...

non dire ma fare

Marta ha detto...

Ho intravisto forse una begonia delle Ande a fiore bianco? ce l'ho identica e ne vado pazza

Vera ha detto...

Ciao Marta, certamente una begonia, ma davvero non so dirti se sia delle Ande, piacciono molto anche a me le begonie bianche, ma le rosse fanno sempre una riuscita migliore,come fossero più resistenti.

Alligatore ha detto...

Anche noi in giardino abbiamo della lavanda, pianta che adoro, quindi mi segno il tutto.

Santa S ha detto...

Niente lavanda, purtroppo è seccata. Ma il tuo procedimento è uno spettacolo, mi manca il coraggio e la lavanda. Se ricresce magari "mi faccio coraggio" :) Sei bravissima!!!!

Vera ha detto...

Bravo Ally, se consideri che con una sola pentola di lavanda, pure vecchia, ho riempito una bottiglietta di quelle di recupero degli oli essenziali comprati, l'impegno viene ripagato.

Santa, finché aspetti la lavanda, prova con il rosmarino, la menta, la melissa, l'alloro... In olio rendono poco ma le acque sono buone.
Se avessi delle rose profumate proverei anche con quelle, ma non le ho.

Agricoltore Anacronistico ha detto...

Anche mia moglie se diletta con un distillatore, ed amo il risultato di tanta passione.
La lavanda è poi la mia preferita, sopratutto se di olio essenziale parliamo.
Brava, e complimenti.
A.A.

Mira Queen ha detto...

OOopppss ho fatto un pasticcio con il commento precedente.
Comunque dicevo che ho riconosciuto l'alambicco casalingo! Anche a casa di mio nonno (come nella maggior parte delle case contadine in Romagna) si distillavano i fondi del vino.


PS: Carino il tuo blog, anche non lo frequento assiduamente.

Vera ha detto...

Agricoltore, cosa distilla di bello tua moglie, si accettano, anzi si richiedono idee e suggerimenti.


Mira Qeen, ben arrivata sulle mie pagine, ho cancellato definitivamente i residui del tuo "pasticcio"
Io in Romagna ci vivo, almeno ancora per un po' prima di ritornare a terre alte, che anche li con distillazione e grappa non si scherza ;)
Sono passata a vedere il tuo blog, è un blog allegro.

Agricoltore Anacronistico ha detto...

Se non sbaglio, distilla la Lavanda, la menta e la salvia.
ciao
A.A.

Vera ha detto...

Grazie AA quando avrò altre aromatiche in abbodndanza ci provrtò.
Oltre alla lavanda ho distillato l'alloro (un olio poco abbondante e molto scuro) durante la lavorazione faceva girare la testa, strano. Poi ho distillato il rosmarino, anche quello non ha una resa abbondante come la lavanda, che è quella che mi ha dato le maggiori soddisfazioni.