"SOLO L'ASSENZA DI CERTEZZE PUÒ AIUTARCI A RESTARE LIBERI"
(Roberto Esposito)

martedì 30 novembre 2010

SCATOLA GRANDE VASETTO PICCOLO

2010-05-210007 Dovremmo eleggere Napoli a simbolo della nostra epoca. Napoli non è poi così diversa dalle altre città, quelle che si sentono tanto virtuose e pulite, semplicemente non sa nascondere l' immondizia sotto il tappeto. Non credo che i napoletani producano pro capite più rifiuti della media, anzi probabilmente essendo una città con ampie fascie di povertà, nel suo complesso presumo ne produca meno di altre. Non sa che farne, è lo smaltimento che non è in grado di affrontare.

Discariche, inceneritori, differenziata, termovalorizzatori...

ma non si potrebbe RIDURRE L'IMBALLAGGIO INUTILE per legge? Vietare gli imballaggi sovvrapposti, imporre contenitori proporzionati al contenuto...2010-05-210006

MA SCUSATE, NON BASTAVA IL VASETTO ?

Per garantirne l'integrità direi che una fascietta incollata sarebbe sufficiente e se tutte le diciture di legge non ci stanno sul barattolo un piccolo pieghevole legato con un filo come per certe bottiglie di pregio inquinerebbe poco e servirebbe allo scopo.

C'è nessuno che fa una proposta di legge  di questo tenore?

Mi sono stufata di pagare gli imballaggi due volte: per comprarli e per smaltirli!

Voi no?

6 commenti:

Franz Mosco ha detto...

gia' ma in quel modo si vedrebbe a occhio quanto piccola e' la scatolina di crema! 50 ml sembrano taaaaanti di piu' se straimballati in scatoloni giganteschi.

Machettari del cavolo! Braccia rubate allo smaltimento scoazze.

Vera ha detto...

appunto per quello che l'imballaggio dovrebbe essere proporzionato al contenuto per legge, tutti piccoli! Che ne so l'imballo non deve superare il volume del contenuto per più dell'"X"% e niente imballi "ridondanti" scatola incelofanata con dentro una scatola incartata con dentro un barattolo... modello matrioshka

ginodicostanzo ha detto...

Il problema dell’immondizia a Napoli non è nell’incapacità dello smaltimento dei rifiuti. Non esiste nessuna “incapacità”. L’emergenza è voluta, creata ad arte dall’intreccio di interessi tra politici nazionali e locali; produttori e gestori di inceneritori ed impianti di vagliatura ed imballaggio (vedi Marcegaglia, Impregilo ecc.); camorra che lucrerebbe sui trasporti e sulle discariche. L’emergenza esiste perché non si sono create sufficienti discariche realmente a norma – ti ricordo che nell’ultima emergenza di due anni fa c’era una discarica già pronta e perfettamente a norma che da sola avrebbe potuto accogliere i rifiuti di Napoli per sei mesi. Non fu mai usata – ma soprattutto perché non si è mai voluto dare avvio alla raccolta differenziata, intenzionalmente. Un inceneritore (i “termovalorizzatori” non esistono) per funzionare ha bisogno che la differenziata non superi il 25% di tutto lo smaltimento rifiuti, altrimenti non ha nulla da bruciare. Se un inceneritore grande come quello di Acerra (il più grande di Europa, e non funziona nemmeno) non può funzionare, i suoi gestori non possono godere dei miliardi di euro che lo stato attraverso il meccanismo del cip6 assegna loro, che sono soldi pubblici (nostri), regalati ai privati per produrre tumori e inquinare per secoli bestiame e territorio. C’è un progetto ancora semisegreto per rendere la Campania la pattumiera d’Italia, più di quello che già è, attraverso lo scavo di nuove discariche ma soprattutto la costruzione di nuovi inceneritori. Del resto, perché apporre il segreto di stato (militare) sui siti di smaltimento? E le scorie nucleari? E le scorie delle basi militari americane e della NATO in Campania, chi le sta smaltendo, e dove? Alcuni affermano che lo stia facendo il clan dei casalesi…

Vera ha detto...

Ti ringrazio Gino per il tuo commento e non ho dubbi che quello che racconti corrisponda alla triste realtà, mi spiace che sul mio piccolo blog avrà poca visibilità.
Forse ho utilizzato Napoli pretestuosamente è vero, ciò nonostante il problema dell'eccesso di imballaggio è un problema vero che non viene mai (o molto poco) menzionato.
Benvenuto su terre basse

erbaviola ha detto...

oh sì che mi sono stufata di questi imballaggi infatti autoproduco buona parte dei cosmetici e il resto lo compro dalla mia erborista, li produce lei senza tutto l'imballaggio della grande distribuzione :) se smettiamo di comprare questi cumuli di spazzatura, smetteranno anche di produrli, cosa dici? :)

Vera ha detto...

Ciao Erbaviola! Ben ritrovata, si sarebbe bello. Autoproduco frutta e verdura, per queste cose siamo quasi autosufficienti, quello che manca lo si scambia con gli amici (una cassetta di fragole in maggio in cambio delle mele in ottobre...Il nostro vino in cambio del vostro olio...) I vestiti me li cucio spesso da me e altrettanto spesso riciclo quelli avuti da chi sostituisce spesso il guardaroba, le scarpe che uso da più tempo sono quelle che ha scartato mia nipote, ogni tanto mi faccio il sapone... No i cosmetici ancora non li preparo, a parte qualche olio alla calendula e all' iperico (erbe raccolte nei campi, non comprate) e qualche acqua distillata di melissa, di lavanda o di alloro. Attendo di leggere sul tuo bel blog qualche ricetta (o forse c'è già? Bisogna che io ci guardi)

Grazie della visita e buon anno