"SOLO L'ASSENZA DI CERTEZZE PUÒ AIUTARCI A RESTARE LIBERI"
(Roberto Esposito)

martedì 6 gennaio 2009

SILVAGNI ALFREDO, DETTO CASERIO

Ovvero i blog cent'anni fa

Caserio e Peppino

Santarcangelo di Romagna Fiera "de Bech" 11-11-1942

Cantastorie ed edicolante, l' importanza di far sapere ciò che succede

Andò per le piazze a cantar dei fatti e dei pensieri da quando fu cacciato dal paese (Bagnacavallo) dove era Consigliere comunale socialista e Capo Lega dei Braccianti di Traversara.

Per non rinunciare alle proprie idee se ne dovette andare nel ventotto, dopo molte minaccie e tante tante botte. Lavorava allora come bracciante: nelle fornaci d' estate, alla lavorazione della canapa d'inverno. Se ne partì verso Faenza con moglie e tre figli a cui riempir la pancia, tanti pensieri ed una bella voce, nelle taverne cominciò la sua canta.

Sempre molto controllato dai fascisti anche se non più picchiato decide alcuni anni dopo di trasferirsi a Rimini e li comincia a "cantare i fatti" nelle piazze come imbonitore ambulante. Su e giù lungo la costa tra Ancona e Faenza si accompagna con il figliastro Peppino (probabilmente lui alla chitarra nella foto) e il figlio Armando, formando il "Terzetto Romagnolo". Le collaborazioni con altri musicisti e cantastorie sono varie e fedele al suo spirito socialista fonda con loro la "Associazione Italiana Canzonettisti Ambulanti" di cui è il primo presidente. Rimane in carica sino al 1950.

Ho queste notizie da Giuseppe, mio "noncognato" un pronipote acquisito di Caserio. Il legame tra loro è però più stretto di quello che può sembrare, il filo che li unisce è rappresentato dall' edicola di via Garibaldi a Rimini che Caserio rileva e gestisce per molti anni. L' edicola passa poi al figliastro Peppino e da lui a Giuseppe che ancora ci lavora.

La foto di questo post la ho avuta da lui insieme ad un altro paio  e  ai testi di alcune delle canzoni di Caserio. Pubblicherò i prossimi giorni sia le une che gli altri.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

E' proprio uno strano mondo. In pochi decenni, 4/5 ha messo da parte molte cose. Il progresso, la riappacificazione, vogliamoci tutti bene. Ma che cavolo vuol dire. Una dittatura è sempre una dittatura, il progresso quando non porta sviluppo sociale ma solo disuguaglianza è una vera schifezza.Solo che oggi tendono a sfumare tutto a farti "bere" ogni cosa (almeno una volta c'era solo l'olio di ricino...) e non c'è più spazio per persone come Caserio.
Ciao Guido
P.S. Comunque fai bene, non so quanti leggeranno il post mai dimenticare.

Vera ha detto...

Pochi Guido, pochi. Pazzienza, ma in fondo si scrive soprattuttto per se stessi. Proprio al manganello si riferisce una delle cante di Caserio che pubblicherò appena avrò tempo.
Ma tu non dovevi essere per monti? già tornato? come è andata?

Anonimo ha detto...

Be i mie monti sono stati da sabato a martedì, 4 giorni, di cui una bella uscita tutti e tre insieme (le due "vecchie" ed io). Riprendendo un post di tua sorella e guardando gli strani casi della vita:
mia moglie è di Bolzano, figlia di una trentina ma suo padre è romagnolo di S.Maria in Fabriago (zona Lugo di Romagna / Bagnacavallo). Certo che il connubio romagna / alto adige, genio e sregolatezza.
Ciao Guido

Anonimo ha detto...

Grazie del ricordo!
Gabriele (nipote di Alfredo e figlio di Armando)
p.s.: purtroppo non ho documenti e ricordi "materiali", ma rievoco la vecchia fisarmonica di mio padre al buio nello stanzino, vinta dallo scorrere del tempo..

Vera ha detto...

Gabriele, ben venuto sul mio blog, è un onore che qualcuno con un legame così stretto con Caserio mi abbia lasciato un commento, che purtropoo trovo solo oggi, (i post così vecchi non li tengo molto sotto controllo)
Ti ringrazio della visita e spero di leggerti ancora.