Almeno dalle cavolaie, per difendersi dai nuovi fascismi occorre organizzarsi.

Ovatura di cavolaia, con goccia di pioggia, su foglia di cavolo cappuccio.
Ogni due, tre giorni si va nell’orto dei cavoli ad applicare il più antico metodo di difesa: quello a pollice. Ovvero si esegue un attento esame della pagina inferiore delle foglie giovani e con il pollice si schiacciano le ovature.

Foglia di cavolo verza infestata.
Meglio non distrarsi troppo altrimenti i bruchetti sgusciano dall’uovo, ne abbiamo un esempio nell’ovatura superiore, accanto all’ultimo uovo in basso. Ecco un minuscolo bruco appena nato, è quasi trasparente, chi li acchiappa più finche non crescono un po’? Nel frattempo fanno danni.
Siamo stati bravini, le farfalle ormai depongono meno, siamo passati da quattro, cinque nidi per cavolo a un nido ogni quattro cinque cavoli e di larve “adulte” (passatemi l’ossimoro) ce ne sono poche, pronte anche loro ad essere catturate e pestate.
I cavoli starebbero bene se non fosse passata la grandine, ma confidiamo si riprendano. I pochi aleurodidi presenti (i moschini bianchi che vedete in foto) non preoccupano e i primi freddi li toglieranno definitivamente di torno.
Attualmente nell’aiuola:
12 verze (tanta piada verza e salsiccia…)
18 cappucci (verzi rostidi e in insalata…)
12 cavolfiori (risotti, gratinati…)
12 broccoletti (con le orecchiette, con i pizzoccheri…)
Vi piacciono i cavoli? come li preparate?
Un altra domanda.
Ma è compatibile con l’essere vegani mangiare verdura? E tutti i bestiolini uccisi per poterla produrre?