"SOLO L'ASSENZA DI CERTEZZE PUÒ AIUTARCI A RESTARE LIBERI"
(Roberto Esposito)

domenica 27 settembre 2009

TEMPO DI VIAGGI

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Quando arriva questa stagione comincia ad agitarsi in me un irresistibile voglia di partire. L'aria dolce di settembre mi fa prudere i piedi e le sedie cominciano a scottarmi il sedere. Se poi, come quest'anno, la possibilità di prendere il volo è preclusa, la voglia di prendere il volo diventa ancora più grande

Non potendo allargare le ali io, auguro buon volo a chi può farlo, come le rondini per esempio.

Orrmai le rondini sono partite tutte e anche quest'anno hanno prima di andarsene deciso di radunarsi in grandissimo numero alla foce del Marano.

Da alcuni anni a Riccione a pochi passi dalla spiaggia ci viene regalato un grande spettacolo naturale. Immeritato.

Il Marano è un fiumiciattolo che sfocia quasi al confine con Rimini. Zona marginale: qualche alberghetto decadente vecchie colonie abbandonate (una bellissima già in territorio di Rimini meriterebbe un post tutto per lei), alcuni localini "molto in" sulla spiaggia, e d'inverno zona da puttane. Di natura, qui dove il Marano sbocca a mare, ce ne è veramente poca. Un po di canne lungo le sponde nient'altro. Davvero il posto non è un gran ché, ma a loro, alle rondini, per qualche misterioso motivo è piaciuto davvero molto.

Sperando di non infrangere qualche legge rubo a google un immagine del luogo, queste le coordinate da inserire in google earth :

44°01'09,17'' N 12°38'06,42'' E

Ponte marano

Tornando dunque alle rondini, migliaia e migliaia di loro si trovano a fine estate la sera a partire dalle 7 e mezza circa lungo l'ultimo tratto del fiume per dormire tutte insieme sulle canne che si protendono sull' acqua. Da tutto il circondario ed oltre (vengono sin da Cervia) confluiscono in poche centinaia di metri di sponda . Per quasi un' ora è un saettare di freccie piumate che si posano e si involano continuamente dalle rive. Tra loro, l' anno passato e quello prima, anche una rondine albina.

Non si tratta dei soliti raduni di rondini che siamo abituati a vedere in principio di settembre, questo è di dimensioni colossali si parla di circa 15-20.000 esemplari

Che le rondini hanno eletto la foce del Marano a dormitorio se ne sono accorti anche i predatori e capita di vederne qualcuno ghermirne una in volo. Oltre ai predatori anche gli umani si interessano alle rondini e varie persone passano le serate a naso all'insù su un ponticello pedonale tra la ferrovia e viale D'Annunzio. Tra loro tutte le sere c'è un vecchietto che illustra, in dialetto, a chi è disposto ad ascltarlo, tutte le particolarità del fenomeno fornendo orari, periodi di massima affluenza e confronti con gli anni precedenti. Starsene un'oretta sul ponticello sospesi tra i voli delle rondini che passano sopra sotto e affianco, sfiorando i visi degli spettatori è bellissimo.

Ho tentato qualche foto non ne è uscito nulla di buono, all' ora di massima affluenza la luce è scarsa e le rondini sfrecciano agili e veloci davanti all'obbiettivo lasciando di se solo scie sfocate.2009-09-060054a

Copio e incollo qui un articolo del wwf di Rimini reperito in rete che racconta delle rondini del Marano. E' un articolo dell'anno scorso.

Ma prima...

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LE RONDINI ADOTTANO IL MARANO
Da circa una settimana il basso corso del torrente Marano, in prossimità della foce a Riccione, è teatro
di un avvenimento naturalistico di rara intensità e suggestione.
Un elevatissimo numero di Rondini (Hirundo rustica) e, con entità minore, di Balestrucci (Delichon
urbica), quantificabile in circa 15.000 individui, hanno adottato il canneto lungo il canale fluviale a mare
del ponte ferroviario come dormitorio notturno.
E’ noto che le rondini utilizzano i canneti per il pernottamento e che ciò avviene regolarmente e in più
luoghi, anche localmente. L’eccezionalità del fenomeno risiede nel numero di individui che si danno
appuntamento lungo il Marano e nello spettacolo che essi offrono al calare del sole. Nel tardo
pomeriggio avviene una progressiva concentrazione di rondini nello spazio areo sovrastante il torrente,
con soggetti che giungono da un comprensorio molto vasto. Si tratta, considerata la stagione, di uccelli
migranti tra i quali un elevato numero di giovani dell’anno, che per favorevoli motivi climatici e
disponibilità di prede, tendono a sostare a lungo, incrementando temporaneamente il loro numero nel
nostro territorio. Di conseguenza, raggiungono il massimo assembramento nel dormitorio notturno da
essi prescelto.
Dopo le ore 19,30 il cielo al di sopra del Marano inizia a popolarsi di rondini in numero sorprendente, dal
livello del suolo fino a grande altezza. Le loro evoluzioni riempiono l’aria, offrendo uno spettacolo raro
ed emozionante. Il passaggio dei treni provoca rapidi involi in massa degli uccelli già in sosta, fornendo
un ulteriore motivo di attrazione per i numerosi osservatori che convergono nella zona. Alcuni tra i
cittadini più attenti e sensibili che, tra l’altro, alimentano decine di anatre domestiche nel canale,
offrono la loro “consulenza” a visitatori e curiosi che sostano sul ponte pedonale in legno, ottimo punto
di riferimento per assistere all’evento. Attorno alle 20 la concentrazione di rondini è massima e,
ancora per una decina di minuti, è possibile assistere al precipitarsi in massa degli animali verso il
canneto, il quale, a tramonto avvenuto, si presenta vociante e interamente nereggiante di rondini per
oltre 400 metri.
Dopo le 20,10 tutte le rondini sono posate sul fogliame fino a ridosso del ponte, dove è possibile
scorgerle a pochi metri, alla luce dei lampioni.
Al mattino, attorno alle 6, altrettanto spettacolare è l’involo che coinvolge lo stormo talvolta a
scaglioni, talvolta quasi simultaneamente.
Il fenomeno non è nuovo lungo il Marano. Da 6 – 7 anni le rondini pernottano in numero crescente nei
canneti della zona. L’intensità di questa fine estate assume carattere eccezionale, da riferirsi ai
positivi fattori climatici ma anche alla crescita della canna (Arundo donax) che ha raggiunto elevate
dimensioni e un folto popolamento, al punto da offrire un rifugio notturno ottimale per gli uccelli. La
scelta del canneto e non di altre formazioni vegetali da parte delle rondini è motivabile sulla base di più fattori tra i quali l’addensamento delle piante che determina un microclima favorevole e che permette
di concentrare molti individui in uno spazio limitato. Le canne inoltre trasmettono con immediatezza le
vibrazioni causate da eventuali predatori che salgono dal terreno. Gli individui in sosta nelle posizioni
più esposte sono soggetti ad attacchi da parte di rapaci notturni, in particolare del Barbagianni (Tyto
alba). Si ha prova di avvistamenti diretti del rapace che del rinvenimento di resti di rondini predate.
Non è possibile prevedere per quanti giorni ancora gli uccelli si intratterranno nell’area. La prossima
ondata di maltempo fornirà con certezza l’impulso alla migrazione verso meridione.
Per quanti intendessero osservare il fenomeno è sufficiente recarsi sul ponte pedonale situato tra il
ponte ferroviario e il ponte della litoranea di via D’Annunzio, raggiungibile dalla viabilità ai due lati del
Marano (via Giacosa e via Pirandello). Nell’occasione si può ammirare l’ambiente del canale, dove
stazionano altre specie di uccelli, tra i quali la Gallinella d’acqua, il Martin pescatore e varie specie di
passeracei.
Sul canale grava la possibilità di un intervento di “sistemazione” degli argini per l’intero tratto
interessato. L’abbattimento del canneto e della vegetazione ripariale comporterebbe una drastica
alterazione paesaggistica e un impoverimento biologico della zona e si priverebbe una specie in forte
regressione numerica nell’intera Europa, quale la rondine, della possibilità di utilizzare per il futuro un
importante punto di riferimento stabile e protetto in occasione delle migrazioni stagionali.
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